La società che ha acquistatoGrindr ha tempo fino a giugno 2020 per trovare un nuovo acquirente. Kunlun, società proprietaria, ha dovuto cedere alle pressioni sempre maggiori dei funzionari statunitensi, i quali hanno rilevato numerose criticità nei confronti della sicurezza della app, mettendo a rischio milioni e milioni di dati sensibili. Già a marzo, il Comitato per gli investimenti esteri statunitense (Cfius) avrebbe rilevato delle minacce per la sicurezza nazionale. E secondo i funzionari americani, il governo cinese potrebbe rubare i dati personali degli utenti, individuando poi coloro che ricoprono importanti incarichi e che sono in possesso delle autorizzazione di sicurezza. Una volta ottenuti nomi e figure professionali, potrebbero essere contattati e ricattati per ottenere informazioni degli altri Paesi.
Per questo motivo, la Kunlun e i funzionari hanno raggiunto un accordo, in nome della sicurezza nazionale. La società sarà ora costretta a vendere Grindr, che tornerà quasi sicuramente a un investitore americano. Il sospetto che Pechino possa accedere ai dati della app LGBT di incontri viene dal fatto che dal 2017 la legge cinese prevede che tutte le aziende che operano all’interno del Paese devono archiviare tutti i dati in Cina e non in altri Stati. Questa imposizione non è piaciuta agli Stati Uniti, che ha deciso di indagare a fondo sulla questione.
Cosa prevede l’accordo per la vendita di Grindr
L‘accordo stilato da Kunlun e i funzionari statunitensi prevede che, oltre la vendita dell’app entro giugno 2020, la società non abbia accesso ai dati relativi alla posizione e allo stato di salute (HIV) degli utenti. Si impegna anche a non trasmettere i dati a nessun’altra società o ente che abbia sede in Cina.
La società cinese aveva acquistato una gran parte della app nel 2016, per 93 milioni di dollari. Nel 2018, ha completato l’acquisizione, acquistando anche la parte mancante. A livello di utenti, la Kunlun ha avuto accesso ai dati di 7 milioni di account attivi su base mensile, distribuiti in 190 Paesi. La app aveva anche eliminato la possibilità di geolocalizzarsi in alcuni Paesi, per garantire la sicurezza degli utenti presenti in Stati dove l’omosessualità non è accettata o è considerata illegale.
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