Una dichiarazione atroce nel corso di un dibattito di qualche giorno fa volto a cercare idee e soluzioni per limitare la diffusione dell’Hiv negli Stati Uniti: protagonista Betty Price, moglie dell’ex ministro della Salute nominato da Donald Trump.
“Le persone affette da Hiv dovrebbero essere messe in quarantena o quantomeno morire in fretta. Gli Usa così sarebbero più sicuri”: queste le affermazioni di Betty Price, repubblicana e membro della Camera dei rappresentanti della Georgia, nonché moglie dell’ex ministro della Salute Tom Price (nominato dal presidente Trump e poi dimessosi poco più di un mese fa per uno scandalo legato a spese di rappresentanza).
“Fa paura constatare il numero di persone potenzialmente portatori di questa malattia. Nel recente passato morivano rapidamente e non costituivano un pericolo per gli altri, oggi invece una grossa fetta di popolazione, se non sottoposta a trattamento, rappresenta un grosso rischio per la parte restante” ha sentenziato rivolgendosi al dottor Pascale Wortley, direttore del Dipartimento di Salute Pubblica della Georgia.
Le sue dichiarazioni hanno alzato un polverone. Jeff Graham, direttore esecutivo della Georgia Equality, ha replicato: “Parole orribili, è fastidioso sentirle. Però mettono in luce un problema da risolvere: educare i nostri deputati sulla realtà delle persone affette da Hiv. Spero che la Price si decida a incontrare queste persone e che capisca quale sia la direzione da prendere”.
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