Più di vent’anni fa – proprio in questo periodo – le sale cinematografiche erano piene di spettatori trepidanti: “Il Signore degli Anelli” era appena uscito anche in Italia, e anche qui presto sarebbe diventato un vero pilastro della cultura nerd.
Erano i tempi in cui il cinema si permetteva ancora troppe libertà all’interno delle proprie sceneggiature: poche donne, assolutamente nessun personaggio di colore, men che meno omosessuale.
Eppure, nonostante tutto, la comunità LGBTQIA+ ha molto a cuore questa particolare storia. E la ragione è facilmente individuabile nella meravigliosa trasposizione di amore platonico tra due dei protagonisti più amati: Frodo e Sam.
Per Brokeback Mountan si sarebbe dovuto aspettare ancora due anni, e il Signore degli Anelli è stato uno dei pochi colossal a mostrare due uomini abbracciarsi teneramente, sostenersi a vicenda e baciarsi sulla fronte.
In un periodo in cui “gay” era ancora l’insulto per eccellenza, Il Signore degli Anelli era un’eccezioni in maniera molto più profonda di quanto un’occhiata veloce a libro e film possa far intendere.
Lo sdoganamento delle relazioni intime tra persone dello stesso sesso nel Signore degli Anelli
Ci troviamo nel 2001. “Il Gladiatore” ha appena vinto l’Oscar come miglior film. Qui Russel Crowe, incarognito come una belva, massacra i propri nemici nei panni di Massimo Decimo Meridio. Un miracolo di sangue, budella e “ommini veri”, spettacolare da tutti i punti di vista e meritatamente premiato.
Ed eccoci, a gennaio del 2002, pronti a goderci un’altra opera magna, che ha portato la storia ideata da Tolkien ad essere apprezzata dai più, portando in molti a leggerne anche il libro.
Il Signore degli Anelli è uno di quei libri che possono essere riletti mille volte, e anche alla millesima volta sarà possibile trovarvi un’interpretazione diversa. Come disse Italo Calvino, “un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”.
E, non c’è da stupirsi che una di quelle interpretazioni prenda in causa anche una storia soffice, che sdogana tutti i dettami del machismo e mostra una storia d’amore – anzi, più storie d’amore – seppur platoniche, tra persone dello stesso sesso.
L’opera di Tolkien comprende numerose relazioni tra maschi, di tutti i tipi. Merry e Pipino sono cugini, e si punzecchiano in quanto tali. Punzecchiano anche il terzo cugino, Frodo, e si beffano – non proprio amabilmente – del povero Sam. In tutto ciò, abbiamo il paterno Gandalf.
Troviamo poi Boromir e Faramir, uniti da un fortissimo legame fraterno, e un conflittuale sentimento di lealtà verso Aragorn. A tutti, sicuramente, sarà capitato di rispecchiarsi almeno in una delle profonde relazioni familiari, di amicizia e di inimicizia all’interno del libro.
L’eccezione, qui, è però rappresentata da Frodo e Sam – che potrebbero essere definiti due dei protagonisti più importanti della vicenda. Insieme, salvano il mondo. E, insieme, sdoganano il tabù dell’affetto tra maschi.
Frodo e Sam arrivano da due classi sociali diverse: Sam è il giardiniere, mentre Frodo è un letterato decisamente più abbiente, che sogna di seguire le orme dello zio, Bilbo. Con il tempo, Frodo comprende che Sam è molto di più del sempliciotto che sembra essere, e impara ad apprezzare la sua lealtà e il suo coraggio.
Ma, forse più di tutte, la sua devozione e adorazione. Sam arrossisce davanti all’amico, gli tiene la mano, e non perde occasione di dimostrargli il suo affetto.
Come per qualsiasi storia d’amore, i due rafforzano il loro legame attraverso tutte le peripezie che devono affrontare, e diventano l’uno per l’altro la persona più importante al mondo. “Samwise Gamgee, mio caro hobbit, mio più caro hobbit, amico tra gli amici”, descrive Frodo nelle Due Torri.
A differenza del film, nel libro questa relazione è molto approfondita. Quasi canonica. Nel guardare Frodo, Sam nota la sua bellezza, e pensa tra sé e sé di amarlo. Frodo, di rimando, dorme sul suo petto una notte, sul cammino verso Mordor.
E, inoltre, Tolkien descrive Sam come “una creaturina che difende il proprio compagno” – “mate”, nella versione inglese. Nel libro, i due si baciano almeno quattro volte, e quando sta per riaccadere viene specificato come non accade. Le implicazioni possono sembrare quasi ovvie.
Il contesto storico: Frodo e Sam potevano rappresentare qualcosa di più?
La metodologia narrativa di Tolkien – nel creare il Signore degli Anelli – parte da un’interessante incipit: tutto ciò che viene raccontato è trascrizione di un documento storico rinvenuto, che comprende il diario di Bilbo Baggins arricchito dai racconti di Sam e Frodo.
Tolkien stesso si introduce nella narrativa: egli è parte di essa, eppure spettatore, come tutti noi. Il che tratta il racconto come qualcosa di – fantasticamente parlando – realmente accaduto. Cosa che da adito al lettore di leggere ancora più in profondità tra le righe, e diventare esso stesso un nuovo tramite attraverso il quale la storia della Terra di Mezzo viene tramandata.
Fu una scelta illuminante di Tolkien includere i momenti d’intimità tra Frodo e Sam, perché – a distanza di anni – possiamo comprendere come essi fossero forse l’unico modo di riferirsi a una relazione tra persone dello stesso sesso. La volontà di trasmettere la verità dei personaggi cozza in qualche modo con le convenzioni del tempo.
Infatti, nel libro, non si fa accenno alla sessualità in nessun modo, seppur Tolkien, nei suoi scritti, si dimostra un grande cultore dell’amore in tutti i suoi scritti. È impossibile provare – ma anche accantonare del tutto – un suo orientamento sessuale diverso dall’eterosessualità.
Basti sapere che, nel periodo in cui Tolkien scriveva il Signore degli Anelli – la seconda guerra mondiale – un omosessuale preferiva di gran lunga gettarsi tra i fuochi nemici piuttosto che affrontare la corte marziale con un’accusa di omosessualità.
Tokien viveva in un’epoca in cui le relazioni tra persone dello stesso sesso erano una sentenza di morte sociale – e talvolta, non solo sociale. Anche solo pensare di descriverne una era da folli. Senza contare che lui stesso era un fervente Cattolico, il che porta molti a pensare a un carattere restio ad accettare una futura comunità LGBTQIA+. Eppure, in molti raccontano il contrario.
Una casa queer e abitanti queerer: riappropriarsi del Signore degli Anelli
La casa di Bilbo e di Frodo nella contea viene descritta come “a queer place, and its folks are even queerer” – un aggettivo già ai tempi associato con l’omosessualità.
Dare una reinterpretazione queer di manoscritti ormai antichi può talvolta diventare frustrante, perché chiunque può semplicemente sostenere che una versione di questo tipo è campata per aria, e non vi è certezza che sia giusta.
Le etichette di oggi non sono quelle di ieri, e tutto quello che possiamo fare è semplicemente apprezzarla per ciò che è e godere dei significati che Tolkien ci ha dato la possibilità di addurre grazie alla sua narrazione fuori dal comune.
Verso la fine della storia, però, Tolkien ci dà la batosta: Sam sposa Rosie Cotton – incoraggiato dall’amico Frodo. Eppure, Sam si lamenta e si strugge, perché vorrebbe vivere insieme all’amico.
“Le più grandi storie d’amore non parlano di matrimoni felici, ma di devastanti separazioni” scriverà Tolkien in una lettera.
Non abbiamo quindi il lieto fine: Frodo lascia la Terra di Mezzo perché sa che il suo rimanere lì non farebbe altro che tormentare Sam – “spezzato in due dall’amore per la sua famiglia e da quello per Frodo”.
E qui non può che venirci in mente un eventuale vissuto dello scrittore: la sua personale compagnia dell’anello, arruolata nella Grande Guerra e durante essa decimata. E alla lettera che Geofferey Bache Smith, grande amico di Tolkien, gli scrisse pochi giorni prima di morire. “Mio caro John Ronald, possa tu dire ciò che io provo a dire da sempre, quando non ci sarò più per dirle”.
Una morte che tormentò lo scrittore per anni, e che lo portò a creare una raccolta delle poesie di Bache. Qui, è possibile sentire l’eco della storia di Frodo e di Sam: Frodo se ne va, e Tolkien rimane per terminare il suo libro.
Tolkien ebbe la sua amata moglie Edith. Sam ebbe Rose. Lo scrittore senza l’amico Geofferey. Sam senza Frodo. Eppure, rimane lo spazio – tra un detto e non detto – per raccontare entrambe le storie, due storie d’amore potentissime che meritavano di arrivare agli occhi del pubblico.
Perchè la comunità LGBTQIA+ è sempre esistita: cambiano le parole, cambiano i termini, ma il succo rimane quello. Quando guardiamo indietro, alla storia dell’essere umano, è per noi necessario trovare briciole di senso per trovare noi stessi.
E, proprio come molti di noi, Sam ama le storie, ed è protagonista di una delle più belle mai scritte. Che finisca bene o male, in ogni senso. Ciò che si domanda Sam non è come morirà, ma se morirà per amore – o, almeno, se il suo amore per Frodo verrà ricordato. Ed è per questo che conclude il libro che prima era stato di Bilbo, e poi di Frodo.
© Riproduzione Riservata“Si dice che si rincontrarono oltre il mare, e dopo una breve passeggiata da vivi nei boschi verdi, morirono insieme, tanti anni fa, oltre i confini di questo mondo”.