IMPRENDITORIA LESBICA

Elle ha intervistato Viviana e Cristina di TreviNet Pl@ce, Internet Point di Roma: "Essere donne, prima ancora che lesbiche, attira un sacco di sfruttatori che fiutano la tua ingenuità ma...".

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Quante di noi sono imprenditrici, commercianti, artigiane, quante dichiarano apertamente la loro omosessualità senza paura di affrontarne le conseguenze, soprattutto quante hanno un’idea nel cassetto ma non il coraggio di realizzarla. Elle ha incontrato Viviana e Cristina, due compagne di vita che a un certo punto della loro esistenza non sopportavano più le distanze cui i reciproci impegni di lavoro le costringevano e ora sono proprietarie di un Internet Point a Roma. La loro testimonianza può essere un prezioso aiuto per quelle donne che vorrebbero ma sono ancora indecise:

^SCosa vi ha spinto ad intraprendere un`esperienza di lavoro di questo tipo?^s

Cristina: l`elenco dei motivi che ci hanno portato ad aprire un Internet Point potrebbe essere lunghissimo ma si riassume alla fine in un`unica imprescindibile necessita`: crearci un’opportunita’ per vivere insieme. Dopo un anno di relazione a distanze siderali (Viviana ha lavorato in Cina per 5 anni), il nostro progetto ha incominciato a prendere corpo quando e` rientrata in Italia. Piu’ vicine si’, ma lei era a Roma, io a Milano: insostenibile. Fra l`altro, gia` da parecchi anni la mia voglia di lasciare il giornalismo era piu` di una vaga ipotesi e il desiderio di cambiare, magari aprendo una libreria, un`aspirazione molto concreta. Beh, non e` esattamente quello che abbiamo fatto con TreviNet Pl@ce perché un banale calcolo imprenditoriale ci ha fatto abbandonare l’idea della libreria, ma io non dispero, un giorno, di riuscire ad infilare anche qualche libro fra i nostri computer.

^SL`idea come e` nata?^s

Viviana: all`inizio, appunto, dovevano essere solo libri, una piccola libreria di varia, dalla Yourcenar (la nostra amata Marguerite..) all`ultimo best seller. Poi, per un certo periodo, abbiamo coccolato l`ipotesi di una libreria a tema, i viaggi, una passione comune. Suggestivo ma probabilmente fallimentare e abbiamo cambiato rotta. Cosi` fra una serie di domande del tipo: , l`idea dei computer ha preso corpo grazie ad Internet. Un giorno, navigando sulla rete ho trovato una societa` che offriva la possibilita` di affiliarsi alla loro catena di Internet Point ed è scattata la scintilla, i computer li abbiamo sempre amati, ancora di piu` dopo che sono diventati l`elemento decisivo della nostra consocenza nata su una mailing list, la LLI, in fondo se siamo qui lo dobbiamo alla grande rete.

^SAvete incontrato difficolta`? Se si` quali e come le avete risolte.^s

Cristina: le difficolta` fanno parte di questo lavoro, sono all`ordine del giorno, oggi come 16 mesi fa quando abbiamo aperto. Essere donne poi, prima ancora che lesbiche, e per di piu` inesperte in campo commerciale, attira un sacco di sfruttatori che fiutano la tua ingenuita’. Nel nostro locale sono entrati mitomani a prometterci la luna, semplici imbroglioni o totali incapaci e purtroppo ad alcuni di loro abbiamo creduto. Direi che la difficolta` piu` grossa e` stata la scelta dei collaboratori: una mano tecnicamente esperta aiuta parecchio. Dopo circa 7 mesi abbiamo lasciato la società di franchising, perche’ ci siamo rese

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conte che avremmo fatto meglio da sole e abbiamo ricominciato con un nuovo marchio e tanta rinnovata energia. Adesso abbiamo molta più esperienza e siamo più autonome sotto molti punti di vista, e ne siamo orgogliose, perche’ e’ bastata un po’ più di fiducia in noi stesse per fare il salto di qualità.

^SQuanto coraggio occorre a due donne dichiaratamente lesbiche che intendono avviare un`attivita` commerciale?^s

Cristina: visti i pregiudizi, piu` che di coraggio parlerei di incoscienza…La nostra omosessualita` si e` manifestata nel locale con una felice progressione. Dal mouse pad arcobaleno, alla bandierina dietro il bancone, fino alla bandiera esposta vicino all`insegna durante il gay pride. Segnali forti, necessari perche` alla gente l`evidenza della nostra coppia non bastava, ancora oggi molti, nella loro beata incoscienza, ci credono due brave sorelle…

^SChe consiglio dareste a quelle di noi che vorrebbero seguire il vostro esempio?^s

Viviana: telefonateci che ne parliamo!!! Battute a parte, il consiglio e` di fare un sano piano economico, valutare bene le proprie forze, investire, ma calcolare bene anche i ritorni in almeno 2-3 anni. Ci sono dei finanziamenti agevolati per l’imprenditoria femminile, come la legge 215, ma non fateci troppo affidamento perche’ prima che vengano assegnati i fondi passano anni e nel frattempo avete tempo per fallire. La burocrazia e’ sempre il peggior nemico di ogni iniziativa privata. Insomma, ragionateci bene sopra e se i conti tornano, allora partite, c`e` bisogno di creare una rete visibile di professionalità gay e lesbiche. E sottolineo "bisogno" perché con la nostra mentalita’, stile di vita, creativita’, sensibilita’ diverse noi apriamo degli spiragli su tutto il patrimonio visibile della cultura gay, che ha sempre dato grossi contributi alla crescita delle societa’: l’importante e’ non farsi omologare. E oggi il rischio e’ alto, sia attraverso la globalizzazione dei mercati e la standardizzazione degli stili di vita (mac donalds e il ribasso culturale del grande fratello insegnano) sia perche’ stanno tentando di adularci e conquistarci in tutti i modi, sia come consumatori di fascia medio-alta che come riserva di voti elettorali.

^SQuali progetti avete per il futuro? Sapete gia` dove vi portera`?^s

Cristina: il futuro e` pieno di idee e progetti legati non solo a TreviNet Pl@ce. Sara` l`andamento a breve della nostra attivita` a indirizzare le nostre scelte future. Ma speriamo, comunque, di poter sviluppare qualche cosa anche con altri gay e lesbiche.

Continua nell’altra pagina…

^SRoma e` una citta` aperta?^s

Viviana: se dovessi giudicare dal numero di volte in cui la bandiera fuori del locale e` stata buttata a terra, direi proprio di no. In generale, l’ostilita` verso i gay si manifesta soprattutto quando si permettono di esibire la loro diversita`, sbandierandola, appunto. Mi consola pensare che dentro il locale (frequentato pero’ soprattutto da stranieri) gay e etero convivono molto serenamente e tutti ci apprezzano per la qualita’ dei nostri servizi, la competenza, l’affidabilita’, la serieta’ del nostro impegno. Roma sta diventando una citta’ cosmopolita e l’esistenza di una comunita’ gay passerebbe quasi inosservata di fronte a tutti i problemi che si devono risolvere, se non fosse per alcuni gruppi politici e religiosi che strumentalizzano incomprensioni e pregiudizi creando ondate persecutorie e demonizzanti contro di noi. Sono pochi ma potenti e rompono le scatole parecchio, invece di affrontare i veri problemi.

^SCome avete vissuto il Gay Pride?^s

Cristina: come un momento esaltante, in tutti i sensi. Ci siamo prese la liberta` di distribuire informazioni sull`evento, eravamo diventate una filiale del Circo Massimo. Entravano anche gay e lesbiche non per usufruire dei nostri servizi ma perche` attratti dalla bandiera e in cerca di notizie. Abbiamo sempre desiderato avere un`attivita` che ci metta in contatto e in qualche modo al servizio della comunita`.

Viviana: L’unica cosa che non ho gradito molto e’ stato il livello di politicizzazione che ha assunto la manifestazione: troppi politici sul palco a parlarsi addosso "noi siamo stati i primi a…", "noi siamo sempre stati dalla parte vostra.." e bla bla bla. Anche durante il corteo gli striscioni dei partiti sono passati prima di quelli delle associazioni gay. Possibile che dobbiamo viverci sempre con i sensi di colpa e atteggiamento debitorio? Era la nostra festa e ci hanno lucrato sopra porci e cani, per usare un eufemismo..:o)

^SE` cambiato qualcosa dopo la manifestazione?^s

Viviana: non mi sembra ci siano segnali evidenti di cambiamenti significativi, anche se credo che ai romani sia piaciuta molta la nostra festa e che parteciperebbero volentieri ad altre manifestazioni gaie. Credo che ci sia servita per contarci, per

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dirsi "non sono sola/o" a godermi questa vita, per avere più fiducia in noi stesse. E credo anche che abbia avviato un maggior lavoro di collaborazione tra individui e gruppi, almeno per noi e’ stato così.

^SL`imprenditoria lesbica ha un futuro secondo voi?^s

Cristina: deve averlo anche se per ora la strada da percorrere e` ancora lunga e in salita. Vedo ostacoli esterni ma anche interni: la militanza lesbica mi ha convinta che fra lesbiche il concetto della solidarieta` e`

ancora un optional in moltissimi casi. Peccato, cosi` si disperdono energie, capacita` e potenzialità. E` giusto combattere la nostra battaglia contro l`ottusita` di certo mondo etero, ma non essere poi solidali fra di noi, mi pare assurdo.

^SCredete che il coming out sia utile a noi e a chi non conosce la nostra realta’?^s

Cristina: il coming out e’ un segnale importante e in qualunque modo venga fatto e’ sempre uno strumento utile. Chi e’ omosessuale ma non osa mostrarsi ha davanti un esempio importante; chi non lo e’, e’ bene che impari a confrontarsi con scelte diverse dalle sue. Certo, ancora oggi ci vuole coraggio e molta consapevolezza di se’ per dichiarare la propria scelta omosessuale, purtroppo.

^SIl lavoro indipendente puo’ aiutare le donne a sentirsi piu’ sicure di se stesse?^s

Cristina: io ribalterei la prospettiva. Per avventurarsi in un lavoro indipendente bisogna gia’ essere sicure di se stesse e anche molto. Ci vuole una base forte di autostima, oltre che di capacita’ professionali, senza il fallimento e’ possibile. Sopravvivere nella giungla del lavoro indipendente non e’ uno scherzo, per nessuno, ma se ce la fai, ne esci di sicuro rafforzata.

Viviana: in generale direi che il lavoro puo’ rendere indipendenti e piu’ sicure di se stessi tutti, le donne in particolare. Se non hai una base economica per sopravvivere non puoi lasciare tuo marito che ti violenta o i tuoi che ti rompono le scatole per le tue scelte. Detto questo, direi che proprio per l’alto tasso di coraggio e resistenza sociale che abbiamo nel sopportare gli etero, i loro pregiudizi e le loro violenze, in generale noi abbiamo una marcia in piu’, siamo più volitivi, determinati, combattivi, positivi, non nel senso del siero, of course..:o), solari…

^SVoi avete fatto tutto da sole?^s

Cristina: assolutamente tutto, anche gli errori e ne siamo molto orgogliose, non degli errori, ovvio….

Viviana: si, tutto da sole, ci siamo messe alla prova, e’ faticoso, ma ne e’ valsa la pena.

di jaguar

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