E’ sempre più preoccupante la stretta nei confronti delle persone LGBT in Indonesia, dove l’omosessualità non è un crimine se avviene in privato e tra adulti consenzienti. L’ultima folle idea prevede infatti la divisione tra detenuti eterosessuali e omosessuali, in modo che questi ultimi non possano ‘infettare’ i primi.
“Se si riscontrano deviazioni sessuali in detenuti di sesso maschile, il primo passo sarà quello di separare i detenuti LGBT dai normali detenuti, collocandoli in camere d’isolamento”, ha dichiarato Ade Kusmanto. “Questo passo sarà fatto in modo che non ci sia trasmissione di disorientamento sessuale ad altri detenuti”.
Liberti Sitinjak, funzionario del Ministero della Giustizia e dei Diritti Umani, all’inizio di questa settimana ha affermato che i detenuti portano avanti atti “devianti” l’uno nei confronti dell’altro. Sitinjak ha parlato in particolar modo delle prigioni in West Java, provincia indonesiana nella parte occidentale dell’isola di Java. “E’ così, il sovraffollamento si traduce in piedi che toccano i piedi, teste che incontrano teste e corpi che incontrano corpi. Il risultato è l’emergere di omosessuali e lesbiche.”
Il mese scorso, un altro esponente politico ha etichettato i cittadini LGBTI come “il principale nemico dello sviluppo nazionale”. Nofrijal ha incoraggiato i leader regionali a combattere la “malattia LGBTI”. I leader dell’Indonesia a maggioranza musulmana si stanno rivolgendo sempre più alla comunità LGBTI, attaccandola duramente. Nella provincia di Aceh, e per i musulmani nella città di Palembang, l’omosessualità è diventata illegale secondo la legge della Sharia.
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