Lui si chiama Giosuè Borghini, un nome che "va bene per un impiegato, un piccolo commerciante: merceria Borghini, salumeria Borghini, al massimo un fornaio, chiunque di noi ha comprato almeno una volta il pane da un certo Borghini". E infatti, lui fa l’impiegato pontificio, a Senigallia, nella seconda metà del diciannovesimo secolo, un normalissimo, insignificante, minuscolo impiegato, senza ambizioni, anzi, con l’unica ambizione di essere trasferito ad Ancona. Ma, per fortuna o per sfortuna e certamente per sbaglio, a un certo momento si trova anche a fare la storia. O comunque, ad avere a che fare con la storia: anzi, la Storia, con la "s" maiuscola.
Garibaldi amore mio di Maurizio Micheli è il racconto di quest’impiegato pontificio, un ligio credente che vive la propria omosessualità come una tentazione peccaminosa alla quale non cedere, anzi, come una deformità, tanto da sentirsi come il "mostro a due teste" trovato dai pescatori fra le loro prede quando lui era bambino. Giosuè si ritrova imbarcato con i Mille di Garibaldi per uno scherzo perfido di alcuni suoi concittadini che lo canzonano ogni volta che lo incrociano o lo vedono al bar, perché a quarant’anni e oltre non ha una donna e mai ne ha avute. È così che incontra l’eroe dei due mondi, entra nelle sue grazie, diventandone prima il cuoco poi una sorta di governante, e se ne innamora.
Tra alti e bassi, tra il serio e il faceto, la storia diventa Storia e poi di nuovo storia. E la storia è narrata da un attore, autore teatrale e personaggio televisivo come Maurizio Micheli, che l’ha pensata come soggetto cinematografico e l’ha realizzata, per ora solo per iscritto, attraverso una sorta di monologo interiore intercalato da alcune brevi frasi che si fanno largo nella coscienza del protagonista come finestre aperte sul mondo esterno. Il libro è illustrato da Domes-Domenico Meloni con tavole di ispirazione vagamente ottocentesca, che starebbero bene nei Promessi sposi come in Pinocchio.
Un romanzo breve leggero, divertente e di facile lettura, come è giusto che sia per un autore comico, con in più, naturalmente, la chiara volontà di demolire luoghi comuni, di offrire spunti di riflessione: ha un suo ruolo da questo punto di vista anche il risvolto di copertina, che ci informa che "Da studi recenti effettuati dall’Università di Toronto, risulta che su cento esseri umani di sesso maschile almeno tre sono dichiaratamente omosessuali, dieci bisessuali e gli altri ottantasette hanno un comportamento sessuale cosiddetto ‘normale’. Ciò significa che su mille uomini che partirono volontari con Giuseppe Garibaldi (…), ci sarebbero stati almeno trenta omosessuali e cento bisex". Ma di questo la Storia, quella dei grandi, non parla. Ed ecco allora che qualcuno ha pensato di scriverci una storia, piccola piccola.
Maurizio Micheli, Garibaldi amore mio
Baldini&Castoldi, 113 pp., 12,40 euro
acquistabile su Gayshopping
di Selene Verri
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