Inizia col sangue e la repressione il 2013 dei gay iraniani. Due fratelli, di 21 e 24 anni, sono stati impiccati nella pubblica piazza nella città di Shahr-e-Kord, nell’Ovest del paese. L’accusa, per i due, è stata di stupro sodomita nei confronti di un ragazzo diciasettenne. A riferilo è l’agenzia Mehrnews. L’accusa di violenze sodomite è quella usata solitamente dal regime per colpire con la pena di morte i ragazzi omosessuali. L’esecuzione è avvenuta il 5 gennaio.
Lo scorso settembre il presidente dell’Iran Mahmoud Ahmadinejad, durante un’intervista alla CNN definì l’omosessualità un "comportamento molto sgradevole" che è stato vietato da "tutti i profeti, le religioni e le fedi". I gay – aveva aggiunto – sarebbero sostenuti da "capitalisti irriducibili" che non hanno cura dei "valori umani".