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È stato espulso dall’Iran un coraggioso mullah, accusato di aver unito in matrimonio alcune coppie gay.
L’uomo, il cui nome è Taha, ha sfidato la sharia celebrando matrimoni gay e per questo è stato messo sotto inchiesta dalle autorità iraniane, che lo hanno più volte interrogato minacciandolo di morte. Gli altri mullah lo hanno più volte denunciato per aver incontrato persone omosessuali, “creando una situazione pericolosa per la sua esistenza”. Alla Bbc il mullah ha raccontato le atrocità che ancora oggi il regime iraniano riserva ai sospettati di omosessualità: per alcuni versi siamo vicini alle posizioni dell’Isis.
“Dicevano che sono un chierico e che quindi non dovrei incontrare uomini gay. Gli altri mullah sospettavano di me da tempo, e per questo mi hanno spesso minacciato in privato”, rivela Taha. Dei rifugiati iraniani omosessuali, che preferiscono rimanere anonimi, hanno aggiunto: “Tradizionalmente i mullah sono persone che vogliono punirci. Pregano alle nostre cerimonie di esecuzione. Ora sappiamo che qualcuno prega ai nostri matrimoni, non per le nostre morti. È comunque molto difficile fidarsi: siamo cresciuti in un clima di paura e bugie di cui loro erano i principali responsabili”.
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