Jason Hackett, che presenta il telegiornale su KARE 11, a Minneapolis, Minnesota, ha fatto coming out in diretta tv, presentando l’ultimo numero del magazine LGBTQIA+ Lavender in cui proprio lui troneggia in copertina.
“Ho vissuto per la maggior parte del tempo in un armadio di vetro”, ha precisato Hackett, visibilmente emozionato. “Volevo fare coming out con tutti voi, con gli spettatori che si svegliano con me ogni mattina, in modo da far sapere loro qualcosa in più sul sottoscritto. Fare coming out non è mai facile, sono così nervoso in questo momento. Questa è senza dubbio la volta in cui ho fatto coming out con il maggior numero di persone in una sola volta. Ma ciò a cui aspirano tutti qui su Sunrise è l’autenticità, e non posso predicarla senza essere autenticamente me stesso. Voglio ringraziare di cuore KARE 11 per avermi concesso lo spazio, più di ogni altra rete in cui ho lavorato negli ultimi 13 anni, per essere solo me stesso“.
I colleghi di Hackett hanno reagito con gioia e affetto dopo l’annuncio, sottolineando come fosse anche il suo compleanno.
“So che è stato così difficile per te, e sono così orgogliosa di te“, ha detto la co-conduttrice Alicia Lewis, trattenendo a stento le lacrime. “Sono così entusiasta che tu sia sulla copertina della rivista Lavender”.
Entrando più nel dettaglio della rivista LGBTQ+ , Hackett ha affermato di essere cresciuto in una famiglia religiosa e di aver creduto a lungo che fare coming out non fosse un’opzione.
“Quando ero giovane non c’era molta rappresentanza in termini di media per gli uomini gay neri”. “C’erano alcuni spettacoli di nicchia qua e là, o personaggi secondari in una sitcom, immortalati come stereotipo, ma non c’erano molti ritratti di normali uomini gay di tutti i giorni. In un certo senso vorrei averli visti da bambino, qualcuno da poter ammirare e dire: ‘Amico, lui ce la fa, posso farlo anch’io. Lui vive la sua vita, e anch’io posso’. “Sarebbe bello pensare che dopo che questa storia sarà stata pubblicata, e dopo che la mia storia sarà stata raccontata, che ci sia un altro ragazzo giovane, gay, nero – o chiunque altro di colore – là fuori [che] dica: ‘Wow, lui è il suo sé autentico e non verrà ucciso per questo, non verrà criticato… forse anche io posso essere il mio io autentico, forse posso vivere la mia verità, proprio come Jason.”
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Sono un uomo semplice. Faccio il "simp" con gli etero.