28enne giocatore professionistico di baseball dei Toronto Blue Jays, Kevin Pillar si è reso protagonista di un episodio omofobo proprio nella giornata mondiale contro l’omotransfobia.
Durante il settimo inning di Atlanta Braves-Toronto Blue Jays, partita andata in scena mercoledì sera, Pillar ha perso la testa e pesantemente insultato il rivale Jason Motte, dandogli del ‘frocio‘. Immancabile il parapiglia che ha coinvolto persino le panchine, con l’increscioso episodio passato tutt’altro che in cavalleria.
La Major League Baseball (MLB) ha squalificato per due giornate il giocatore, con gli stessi Toronto Blue Jays immediatamente intervenuti per scusarsi di quanto accaduto: “Ci vogliamo scusare con tutti i tifosi, con la MLB e con la comunità LGBTQ. Speriamo che Kevin Pillar impari qualcosa da questa vicenda”.
Lo stesso Pillar, sui social, si è cosparso il capo di cenere: “Con quello che ho detto, ho permesso ancora una volta di circolare ad una parola per cui non deve esserci posto nel baseball, nello sport in generale, né in nessun altro ambito della vita sociale. Mi sono scusato con Motte, ma mi devo scusare anche con i Braves e con la comunità LGBTQ. Io non sono così, e prenderò questo incidente come un’occasione per migliorarmi“.
Nessuno ha provato a minimizzare, nascondendosi dietro il paravento sessista del ‘maschio gioco’, con tanto di inchiesta partita a tempo di record, doverosa squalifica e scuse sbandierate ai quattro venti. Se qualcosa di simile fosse successo nella nostra serie A, tra due giocatori del nostro calcio, si sarebbero tutti comportati ugualmente?
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