Propaganda LGBT, farmaco trans, situazione allarmante, legge liberticida. L’articolo di oggi del quotidiano La Verità suona catastrofico. L’accusa, stavolta, riguarda l’esponenziale crescita di persone che decidono di cambiare sesso, identificandosi come transgender. Una parolaccia, per coloro che credono che l’omosessualità sia contro-natura, così come le persone transessuali. L’ultimo attacco alla comunità LGBT arriva con i dati del Regno Unito, Canada e Stati Uniti. E’ un’operazione globale, insomma, che vede la propaganda LGBT come un modo per convincere i ragazzi più vulnerabili a cambiare sesso.
Menzionando il Time e il Telegraph, il quotidiano di Belpietro spiega che nel Regno Unito, paese da cui è partita l’emergenza, tra il 2009 e il 2010 le ragazze (FtM) che avevano deciso di cambiare sesso erano solo 40. Tra il 2017 e il 2018, l’aumento è stato del 450%, raggiungendo la cifra di 1.806. Stessa cosa per i maschi (MtF), da 57 a 713. Citando poi uno studio di febbraio eseguito dal Center for Disease Control degli Stati Uniti, l’articolo lo classifica come inquietante. Stando a quando riportato dalla ricerca, su 131.901 studenti intervistati in una scuola superiore, il 2% di loro si identificava come transgender. La situazione non cambia in Canada. I medici dell’ospedale Cheo di Ottawa, intervistati dall’emittente televisiva Cbc, hanno affermato che tra uno o due casi di disforia di genere di dieci anni fa, i pazienti che intendono cambiare sesso nel 2018 erano 189. Stessi dati anche da parte della Children’s Hospital della British Columbia: dai 20 minori trans nel 2013, si è passati a 240 nel 2018.
Emergenza transgender: qual è la causa?
La colpa è della propaganda LGBT. Show televisivi con personaggi transessuali o serie Tv che trattano l’argomento, associazioni che invogliano a cambiare sesso a quelle persone più vulnerabili, influenza da parte del web o semplicemente parlando con degli amici. La propaganda è presente ovunque. Anche il Times lo conferma, con l’intervista di alcuni ex-dottori del Tavistock Centre di Londra, che avevano accusato le associazioni LGBT di influenzare i soggetti più deboli, convincendoli a procedere al cambio di sesso.
A confermarlo è anche Lisa Littman della Brown University. La studiosa, in un recente studio, ha dimostrato che la pressione sociale può diventare anche molto influente. Basta appunto pensare alla televisione, a quello che si può trovare sul web, per venire influenzati nei confronti di un certo argomento e riflettere poi sulla proprio opinione in merito. La Verità però non specifica che questo studio, pubblicato sulla rivista specializzata Plos One, è stato oggetto di polemiche da parte di molte associazioni LGBT che ne criticavano la metodologia. Difatti, la professoressa aveva intervistato solo i genitori dei soggetti che avevano manifestato una disforia di genere (e non ai diretti interessati), rintracciandoli in siti web che trattavano dell’argomento e rispondevano alle domande degli stessi genitori preoccupati.
E in Italia?
Naturalmente, l’emergenza può arrivare anche in Italia. Secondo il professore Maurizio Bini, intervistato dal quotidiano, il contagio sociale di cui ha parlato prima anche la Littman è già in atto, ma non si nota. Ma quindi non c’è soluzione? Anche l’Italia è destinata a questa emergenza transgender? No, La Verità spiega che non è tutto perduto. Ma bisogna intervenire subito.
Il recente via libera da parte dell’Aifa alla triptorellina, definito il farmaco trans (il medicinale iniziale che consente di avviare la terapia per il cambio di sesso) dovrebbe essere oggetto di una lunga riflessione. Così come si dovrebbero mettere un freno a tutti i diritti civili per la comunità LGBT. Infine, no a leggi liberticide, riferendosi alla legge contro l’omo-transfobia, poiché dovrebbe “zittire ogni pensiero difforme”. Insomma, se non si ricorrerà presto ai ripari, l’invasione arriverà anche qui.
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