Ecco il calendario delle attività settimanali.
Da Martedì a giovedì, dalle 16 alle 20,30, abbigliamento libero.
Venerdì dalle 22 alle 4: Naked Orgy, drink incluso (la fantasia più pecoreccia farebbe pensare a ben altro che cola, Fanta o acqua, eppure sono solo queste le bevande consentite).
Sabato, come negli uffici legali, c’è il casual saturday.
La domenica invece dalle 16 alle 4: Non Stop Sex, con aperitivo alle 18 (che trattandosi di una vera maratona sessuale mi auguro sia a base di energy drink e Gatorade).
Il primo e il terzo venerdì del mese invece ci aspetta il Sabba. Ma nonostante il riferimento luciferino, si tratta di riti orgiastici tutt’altro che pagani. Al posto di un pollo sgozzato e una croce capovolta al massimo ci si ritrova tutti nudi con un cappuccio in testa e una fascia colorata al braccio per distinguere gli attivi dai passivi.
Lunedì: chiusura. Come i parrucchieri.
Questi i convulsi appuntamenti riportati sul sito di un cruising bar piuttosto noto in Italia, al quale va riconosciuto un certo impegno per redigere una scaletta fitta di eventi quanto quella di un campeggio.
Tutto questo esuberante lussuriare avrà già fatto contorcere le budella dei fanatici del Savonarola che a luoghi del genere imputano la degradazione del corpo e la svalutazione della sessualità. Sostenitori ante litteram di quel Venditti che per anni si è slogato l’ugola cantando che “non c’è sesso senza amore”. Assunto probabile, anzi sicuramente valido per alcuni ma non generalizziamo. A costo di apparire cinici e disincantati nel giudicare questa visione come un po’adolescenziale, vale la pena ribadire che a volte le persone di tutto hanno voglia meno che di passeggiate lungo il porto scambiandosi dolci baci e languide carezze ma che, al contrario, desiderano solo fare sesso anonimo e selvaggio.
Condivisibile? Non necessariamente, ma questo non dovrebbe comunque permettere a nessuno di chiamare cariche da crociati brandendo codici morali inesistenti e piuttosto borghesi. Del resto non è certo un set di lenzuola di seta e degli incensi profumati in una camera da letto illuminata da candele che dà maggior valore “morale” al sesso. Non siamo persone più sensibili se dopo l’amplesso scambiamo numeri che non verranno mai digitati, né la nostra anima sarà più dannata se ammettiamo con candore e consapevolezza che dare sfogo ai propri pruriti sessuali non è affatto un peccato.
Per anni sono stato un assiduo frequentatore di cruising (mea culpa, mea maxima culpa) e nessuna delle persone conosciute lì andavano con l’illusione di trovare l’anima gemella (cosa che poi per assurdo alcune volte è accaduto ma in maniera del tutto incidentale). Ho sempre apprezzato la schiettezza di quanti non si vergognavano di ammettere che l’amore e il sesso non sempre sono 2 elementi compenetrati tra di loro.
L’ironica legge del contrappasso al contrario ha fatto si che la maggior parte di quei morigerati censori li ritrovassi, chi più chi meno, chi prima chi dopo, appartati negli anfratti più bui di questi bar.
Insomma le modelle mangiano ogni cosa e sono tutte magre. Nessuno va a prostitute ma davanti a loro si formano ingorghi da esodo natalizio e nessuno, a sentire in giro, va per dark o sex bar sebbene questi siano tra i locali che lavorano di più.
Non che l’intera popolazione abbia nel portafogli la tessera di membro nascosta dietro il santino della Beata, per carità, ma come è ipotizzabile, la schiera delle vergini dai candidi manti è sempre più nutrita di quanto si creda. Ed è insopportabile l’ipocrisia di alcuni che, afflitti da un insanabile senso comune del pudore, a ora di cena si ergono a implacabili detrattori del “sesso che non osa dire il nome” ma un quarto d’ora dopo l’ammazza caffè sono già in fila davanti alla porta di un cruising. Questi che alla luce del sole affermavano che le sole dark room conosciute erano quelle dove si sviluppano le pellicole, troppe volte li ho poi visti sbucare dai camerini risistemandosi la camicia dentro i pantaloni. Una scena che sarebbe stata meno pietosa se oltre al monito di Antonello considerassimo anche quello che ci suggerisce Gloria Gaynor, che con la saggezza del pop ci ricorda che “abbiamo una sola vita per diventare il meglio che possiamo e che non abbiamo né il tempo né il diritto di giudicarci reciprocamente”.
di Insy Loan ad alcuni meglio noto come Alessandro Michetti
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