Un lungo sfogo social, diventato virale e da ore al centro di un infinito dibattito su Twitter. Lana Del Rey ha annunciato la data d’uscita del nuovo disco di inediti, prevista per il 5 settembre, e l’arrivo di due libri di poesie. Ma nel farlo ha preso posizione, netta, citando colleghe e attaccando chi continua a darle della ‘depressa’, chi ha osato accusarla di aver reso ‘glamour’ gli abusi maschili ai danni delle donne nei dischi Born to Die e Ultraviolence.
Domanda: ora che Doja Cat, Ariana, Camila, Cardi B, Kehlani e Nicki Minaj e Beyoncé hanno avuto numeri uno con canzoni che parlano di essere sexy, di non indossare vestiti, di scopare, di tradire, ecc… posso tornare a cantare del fatto che mi sento bella perché sono innamorata anche se la relazione non è perfetta, di ballare in cambio di soldi o di qualsiasi altra cosa senza essere crocifissa o sentirmi dire che sto romanticizzando abusi nei miei testi? Ne ho avuto abbastanza.
Domanda legittima e provocatoria che ha scatenato uno tsunami di reazioni, perché la Del Rey fa nomi e cognomi di colleghe particolarmente famose, Beyoncé in testa.
“In realtà sono semplicemente una persona che canta la realtà di molte relazioni emotivamente instabili che oggi vediamo in tutto il mondo”, ha continuato Lana. “Con tutti gli argomenti di cui le donne hanno la libertà di poter parlare oggi, voglio solamente dire quanto io penso sia patetico che alcuni dei miei testi riguardo la mia eventuale passività o sottomissione emotiva in una relazione abbiano scaturito controversie nel corso della mia carriera, dicendo che io abbia mandato la lotta per i pari diritti indietro di 100 anni”.
Parole di fuoco, tenute nascoste per chissà quanto tempo, per una Del Rey che ha ora deciso di dire basta.
Che sia ben chiaro, credo nel femminismo, ma ci deve essere un posto anche per donne come me. Donne che dicono no, ma agli uomini sembrano dei sì. Donne che si vedono portare via le loro storie e le loro voci da donne più forti o da uomini che odiano le donne. Sono stati 10 lunghi anni pieni di recenzioni del cazzo da parte della critica, e ho imparato molto da questa bufera mediatica nei miei confronti. Mi sento anche di aver spianato la strada per far sì che altre artiste non debbano pretendere di essere felici e che possano essere libere d iesprimere qualsiasi tipo di sentimento nella loro musica, a differenza mia che sono stata definita letteralmente isterica, come se fossimo nel 1920, solamente per aver cantato di tristezza nei miei primi dischi.
In poche ore, la lettera di Lana ha sfondato il muro del milione di like, tramutandosi in dibattito globale sulla rappresentazione della donna nella musica di oggi.
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