TRIESTE – Esiste, per la prima volta in Italia, un certificato di matrimonio tra due uomini che è stato regolarmente trascritto nel registro anagrafico di un comune italiano. Lo rivela il quotidiano triestino Il Piccolo in un articolo che ricostruisce come un cittadino italiano risulti ora coniugato con uno svizzero a seguito del loro matrimonio celebrato un anno fa a Maiorca, in Spagna. F.C., 40enne triestino, si è presentato all’ufficio dell’anagrafe del Comune di Trieste, col suo bel certificato di matrimonio con E.R., un 41enne svizzero. Entrambi vivono e lavorano in Spagna, dove gestiscono un negozio di arredamento, e il loro matrimonio è stato regolarmente celebrato il 31 luglio 2006, alla presenza delle rispettive famiglie (alla faccia di chi va farneticando che i matrimoni gay sarebbero una ‘minaccia per le famiglie’). L’impiegata dell’anagrafe ha ricevuto il documento e ha seguito la procedura di trascrizione standard che viene adottata ogni qual volta la pubblica amministrazione si trova in presenza di un certificato matrimoniale rilasciato da uno stato estero.
Anche E.R. ha fatto altrettanto, senza problemi: in Svizzera le coppie gay e lesbiche possono ufficializzare la loro unione attraverso l’Unione domestica registrata che è entrata in vigore il 1 gennaio di quest’anno. In Italia però, come ben sappiamo, una legge del genere ancora non esiste e nei casi in cui finora si è tentato di far riconoscere documenti esteri di questo genere sono stati respinti tirando in ballo “l’ordine pubblico” (unico appiglio che uno Stato ha per rigettare dei documenti rilasciati dalle autorità di un altro paese). Finora dunque F.C. risulta sposato col suo compagno, anche se è prevedibile che adesso che il caso è divenuto pubblico qualche solerte funzionario si affretti a cercare di invalidare tutto.
Dal canto suo F.C. ha dichiarato al Piccolo che ha «solo voluto affermare un mio diritto, in fondo in Italia pago le tasse, e sono gay anche in quel momento; adesso anche all’ambasciata italiana in Spagna io risulto sposato, e questa per me è una garanzia; in Italia la sessualità entra in campo solo quando è lo Stato a dover dare qualcosa». Consapevole delle conseguenze che l’aver reso pubblico questo presunto errore l’uomo afferma comunque di averlo fatto nella speranza «che possa stimolare un dialogo proficuo sulla via di un riconoscimento anche in Italia dei diritti degli omosessuali».
Il tutto avviene all’indomani delle polemiche suscitate dal permesso di congedo matrimoniale concesso proprio dalla Regione Friuli Venezia Giulia a un gay italiano sposatosi in Belgio, un caso sul quale F.C. commenta che, a suo parere, l’amministrazione regionale «non ha fatto altro che riconoscere un diritto di questa persona». Non è d’accordo con lui l’onorevole Carolina Lussana della Lega Nord, sempre in prima linea affinché l’Italia continui a non riconoscere alcun diritto alle coppie gay. Lussana sostiene che la decisione dalla Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia è «illegittima e illegale» e preannuncia che la Lega sta già valutando se ci sono «gli estremi gli estremi per una denuncia alla Corte dei Conti.» (Roberto Taddeucci)
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