Slitta al 12 aprile, ovvero al primo lunedi’ dopo le feste pasquali, la discussione dei giudici costituzionali in Camera di Consiglio relativa ai matrimoni per coppie dello stesso sesso. E’ quanto si apprende da fonti della Corte Costituzionale.
Ieri, a Palazzo della Consulta, si e’ tenuta l’udienza relativa al ricorso presentato da tre coppie gay, contro le decisioni prese dal Tribunale di Venezia e dalla Corte d’Appello di Trento che avevano ritenuto legittimo il rifiuto da parte del pubblico ufficiale dei Comuni di Venezia e di Trento opposto alla richiesta di pubblicazione di matrimonio da parte di coppie dello stesso sesso.
«La decisione della Corte costituzionale di rinviare a dopo le festività pasquali la decisione sul merito dei ricorsi di alcune coppie gay, ci fa ben sperare», dice Sergio Rovasio, segretario di Certi Diritti. «La richiesta di maggior tempo per una decisione della Corte potrebbe significare che quanto illustrato dal Collegio di difesa, composto dai Professori Marilisa D’Amico, Enzo Zeno Zencovich e Vittorio Angiolini e dagli Avvocati Massimo Clara, Francesco Bilotta, Alessandro Giadrossi ed Ileana Alesso merita attenzione e approfondimento rispetto ai principi volti al superamento delle disuguaglianze come indicato dalla Costituzione italiana». «Attendiamo con fiducia e speranza la decisione della Corte Costituzionale – concludono dall’associazione radicale – e ci auguriamo che il cammino intrapreso con la campagna di Affermazione Civile, incardinato con Avvocatura lgbt Rete Lenford, raggiunga quanto prima l’obiettivo dell’accesso all’istituto del matrimonio gay per le coppie dello stesso sesso».
Positivo anche il commento di Enrico Oliari, presidente di GayLib e parte in causa nell’udienza. «Non è un male che la Consulta abbia rinviato la decisione al 12 aprile. Visto il clima da mercato delle vacche di questa campagna elettorale agli sgoccioli anche i diritti gay sarebbero divenuti, in un caso o nell’altro, carne da macello mentre nel mezzo ci sono le vite e le dignità di troppe persone ed è importante che queste non vengano confuse nell’atmosfera rovente di questi giorni». «Dopo queste elezioni regionali – aggiunge Daniele Priori, segretario politico dell’associazione – il Paese aspetta dal Governo tre anni di grandi riforme. Speriamo davvero che, a mente fredda e in un clima decisamente più stemperato e ragionevole, la Corte si pronunci e la politica sappia cogliere, in un caso o nell’altro, dal parere dei giudici, quegli elementi che dovranno contribuire all’ammodernamento del Paese in materia di diritti civili per portare finalmente l’Italia al passo con l’Unione Europea su temi non solo economici ma anche di rilevanza sociale come la convivenza tra persone»
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