Cathy La Torre
Cathy La Torre, avvocata vicina a moltissime battaglie legali per le rivendicazioni egualitarie, esponente di spicco della nuova scena di attivismo sui diritti civili, ricorda con un video le posizioni nette di Maurizio Costanzo durante la battaglia del Ddl Zan. Scrive Avvocathy su IG:
Avevo 11 anni, soltanto 11, quando Maurizio Costanzo e Michele Santoro realizzarono una vera e propria staffetta televisiva Rai-Mediaset contro la mafia. Era il 26 settembre 1991. La mafia aveva da poco ucciso Libero Grassi, un imprenditore straordinario che non solo disse no al pizzo, ma collaborò con le autorità per scoprire gli estorsori. Costanzo, che era amico di Giovanni Falcone, decise di fare un gesto fortissimo: bruciò in diretta una maglietta con scritto “Mafia made in Italy”. Per questo, per il suo impegno, la mafia tentò di farlo saltare in aria con un’auto carica di tritolo. Si salvò per miracolo. Io me lo ricordo ancora come se fosse ieri, nonostante fossi solo una bambina. Così come ricordo un altro impegno, quello per i diritti civili e per la legge Zan: “È il momento di fare questa legge contro l’omotransfobia”, disse in faccia a Giorgia Meloni, lì presente in trasmissione. E allora, caro Maurizio Costanzo, più di tutto, solo questo: grazie.
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