4480 puntate, dal 1982 al 2022. In 40 anni il Maurizio Costanzo Show ha ospitato migliaia di persone, famose e non, scoprendo talenti, cavalcando battaglie, polemiche e dibattiti. Maurizio Costanzo, deceduto all’età di 84 anni venerdì scorso, ha inventato un modello televisivo, il talk all’italiana in grado di unire alto e basso, facendo incontrare la politica e il mondo dello spettacolo, il quotidiano della gente comune, dando visibilità e rappresentanza anche alla comunità LGBTQI+.
Da genio della comunicazione quale è sempre stato, Costanzo ha con caparbietà e a lungo abbracciato il famigerato “purché se ne parli”, dando spazio a chiunque avesse opinioni da esprimere, anche se controcorrente, anche se discutibili. Anzi, talvolta proprio perché tali. Dal salotto del Parioli sono passati tutti, ma proprio tutti, con alcune carriere da lui letteralmente plasmate.
Negli ultimi 40 anni Maurizio Costanzo ha più volte affrontato il tema dei diritti civili, a modo suo, invitando attivisti LGBTQI+ da una parte e acerrimi oppositori dall’altra, per poi prendere spesso posizione a favore della comunità, che anche grazie a lui – ma non solo – ha visto il proprio ingresso sulla tv generalista dalla porta principale.
Perché quando nessuno o quasi parlava di determinate tematiche, Costanzo si insinuava, infilava il piede e accendeva il microfono, raccontando storie, esistenze, discriminazioni, come ricordato nelle pagine a seguire. Anche per questo motivo non possiamo far altro che dirgli grazie, un’ultima volta.