Missing Link, il lungometraggio animato a tematica LGBT che sogna l’Oscar

7 anni dopo ParaNorman, Chris Butler torna al cinema con un altro lungometraggio animato che abbraccia l'inclusione LGBT.

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Missing Link è l’ultimo capolavoro in stop motion della Laika, studio di animazione USA che dal 2009 ad oggi ha dato vita a meraviglie come Coraline e la porta magica, ParaNorman, Boxtrolls e Kubo e la spada magica. In Italia purtroppo ancora inedito, il film diretto da Chris Butler, gay dichiarato, ha sorprendentemente vinto il Golden Globe e strappato un’inattesa nomination agli Oscar tra i migliori lungometraggi animati dell’anno, andando a sfidare Toy Story 4, Dragon Trainer 3, il bellissimo Dov’è il mio Corpo? e il delizioso Klaus – I segreti del Natale.

Ma ciò che rende unico, rispetto agli altri, Missing Link, è la rappresentazione LGBT finalmente abbracciata, a otto anni da quel ParaNorman, sempre diretto da Butler, che incluse un personaggio dichiaratamente gay al suo interno. Cinque anni di lavoro per realizzare quest’ultima fatica, che è presto diventata una storia sull’identità e su come l’identità sia quella che noi scegliamo, e non ciò che gli altri ci appiccicano addosso. Il peloso protagonista, un primate parlante, vuole infatti essere chiamato… Susan.

Butler ne ha parlato ad Attitude, rimarcando i pochi candidati apertamente LGBT agli Oscar.

È davvero triste. Penso che ci siano ancora molti cambiamenti da compiere. Non sto parlando solo degli Oscar, parlo dell’industria cinematografica. Sto cercando di spingere i confini, dove posso. Credo che l’intrattenimento per bambini dovrebbe essere stimolante. Dovrebbe avere qualcosa da dire. Ho iniziato questo percorso con ParaNorman, che ha presentato il primo personaggio gay in un film animato per famiglie. Penso che sia la stessa cosa per Missing Link. Il punto sull’identità è la cosa più vicina alla comunità LGBTQ. Vorrei che se ne parlasse di più. Sembra che ci siano stati dei cambiamenti da quando ho iniziato la mia carriera, piccoli piccoli passi. E se posso essere quello che spinge in avanti la produzione, facendo questi piccoli passi, sono felice. Dovrebbe esserci assolutamente maggiore inclusione. Mi piacerebbe vederla.

Con Paranorman Butler ha davvero riscritto la storia dell’animazione, in ambito LGBT, ma dalla Laika non ci fu nessuna pressione.

So che Travis [Knight, produttore] sentiva fortemente che se io volevo nel film, anche lui lo voleva nel film. È sempre stato di grande supporto. Sono così orgoglioso che l’abbiamo fatto. È probabilmente la cosa di cui sono più orgoglioso finora, nella mia carriera. L’industria cinematografica deve andare oltre. A volte penso che siamo ancora bloccati agli anni ’50. Sai, su come gli attori non vogliono promuovere il proprio orientamento sessuale per paura di perdere ruoli. È ridicolo. Spero che cambierà. Ma non so quando. Negli ultimi anni c’è stato un piccolo passo avanti con la rappresentazione LGBTQ, ma non così velocemente come dovrebbe essere. Abbiamo bisogno di passi da gigante. Ciò di cui abbiamo bisogno è un film Marvel con un personaggio gay protagonista o un film di Star Wars con un personaggio gay protagonista. Deve essere quel tipo di passo. Non basta dire “Beh, forse questa principessa è segretamente una lesbica”, ma non vedi nulla di tutto ciò sullo schermo. Questo non è abbastanza. Questa non è vera inclusione. Ho sentito molte critiche nei confronti del bacio lesbico in Star Wars: The Rise of Skywalker, che dicevano come fosse una cosa negativa. Non sono d’accordo. Penso che vederlo sullo schermo sia positivo. Ma abbiamo bisogno di personaggi principali dichiaratamente LGBT. Non possono essere solo e sempre secondari. Non possono essere sempre così periferici.

Oggi 46enne, Butler rimpiange i tempi in cui temeva di dichiarare la propria omosessualità.

Sono deluso da me stesso per non averlo detto prima. Erano tempi diversi, ma non ho fatto coming out fino ai 21 anni. Quando sono entrato per la prima volta nel mondo dell’animazione, era gestito da anziani uomini bianchi ed etero, ero intimidito, avevo paura di dichiararmi. Invecchiando, il mondo è cambiato e io sono cambiato, non mi importava più quello che la gente poteva pensare di me. Le nuove generazioni hanno una migliore comprensione della loro identità, identità sessuale e di genere. Ci sono movimenti significativi e positivi.

Per quanto vincitore di un Golden Globe e in corsa per gli Oscar, Missing Link non ha ancora trovato un’uscita ufficiale per il mercato italiano.

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