La storia di uno dei pochi monumenti italiani sulle vittime dell’omocausto: è Tutti Potenziali Bersagli, dimenticato a Roma.
In pochi sanno che nella Capitale nel 1995 venne installato un monumento alla memoria di tutte le vittime del nazismo, anche l’omocausto. Ancora in meno infatti sanno che sul monumento è presente un piccolo triangolo rosa, in memoria delle vittime omosessuali del nazifascismo.
Cinque figure di bersagli, ognuno con un triangolo, in rappresentanza delle categorie sterminate all’interno dei campi di concentramento. Il monumento è situato in Piazzale Ostiense, rivolto verso la Piramide Cestia e luogo di passaggio di tante persone che quotidianamente entrano ed escono dalla limitrofa stazione metropolitana.
Da più di vent’anni “Tutti potenziali bersagli”, così il nome dell’installazione, ricorda ogni giorno ai passanti l’atrocità dello sterminio nazista. Particolare anche la sua storia. Inaugurato nel cinquantenario della Liberazione d’Italia, è stato il terzo monumento romano finanziato dalla base popolare, dopo quelli dedicati a Giordano Bruno e Walter Rossi, tanto da essere oggetto di diverse richieste di rimozione.
Oggi il monumento, uno dei pochi in Italia a ricordare l’omocausto, fa parte del patrimonio artistico romano, ed è stato protagonista, nel corso del tempo, di diversi momenti di ricordo con i cinque simboli rappresentanti simultaneamente la volontà di ricordate tutte le minoranze sterminate. Stella di David per gli ebrei, triangolo rosa per gli omosessuali, triangolo marrone per i rom, triangolo azzurro per gli emigrati oppositori, triangolo rosso per i prigionieri politici.
A “Tutti Potenziali Bersagli” si aggiungerà presto l’opera di Valeria Catania a Cinecittà, che ricorderà anch’essa tutte le vittime, anche omosessuali, del nazifascismo.
Con la speranza e l’augurio di poter avere al più presto l’Homomonument anche a Roma come a Berlino, Barcellona o Amsterdam.