Stando alle ultime notizie diffuse da Bloomberg, il primo sportivo professionista statunitense, di una certa popolarità, che decidesse di fare coming out rischia, se di rischio possiamo parlare, di ritrovarsi sommerso di soldi. Alcuni dirigenti di Nike, infatti, avrebbero detto a Rick Wlets, un pezzo grosso del basket a stelle e strisce, ex presidente dei Phoenix Suns e protagonista di un coming out nel 2011, che promuoverebbero il primo atleta gay che emergesse da una squadra di primo piano dello sport statunitense.
“Me lo hanno detto chiaramente – ha dichiarato Welts -: Nike sponsorizzerebbe. Il giocatore che farà coming out resterà stupito dalle opportunità che gli verranno messe davanti, non da quelle che gli saranno precluse”.
Nike non è la sola società legata alo sport che guarda con interesse al mondo lgbt, il cui potenziale di spesa è calcolato intorno agli 800 miliardi di dollari (610 miliardi di euro).
All’inizio della settimana scorsa la National Hockey League (NHL) ha siglato una partnership con You Can Play Projec, un gruppo che promuove l’uguaglianza nello sport, per annunciare il coinvolgimento dell’organizzazione nella lotta all’omofobia nello sport.
Mark Elderkin, Ceo di Gay Ad Network che ha base a Fort Lauderdale, in Florida ha dichiarato: “Abbiamo superato il punto di non ritorno e ora gli inserzionisti a livello nazionale non hanno più paura di investire nel mercato gay”.
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