Il re di Norvegia Harald V qualche giorno fa ha tenuto un discorso pubblico dal giardino del palazzo reale di Oslo che è diventato virale sul web. Oltre 3 milioni di condivisioni per un discorso profondamente moderno, molto distante dalla classica formalità delle parole dei regnanti europei. Un discorso importante che per la comunità LGBT, che fa della laicità dello Stato il miglior antidoto contro discriminazioni e pregiudizi, contro tutte quelle chiusure che avvelenano il tessuto sociale e rendono impossibile la pacifica convivenza. Il re ha parlato di diritti degli omosessuali, di migranti, di accoglienza, di rispetto per le altre religioni.
“Sono norvegesi ragazze che amano altre ragazze, ragazzi che amano altri ragazzi, e ragazze e ragazzi che si amano tra loro. I norvegesi credono in Dio, in Allah, in tutto o in nulla”. “I norvegesi siete voi. I norvegesi siamo noi, la Norvegia è unita, è una, alla Norvegia appartengono tutti gli esseri umani che ci vivono per quanto diversi tra loro possano essere”. Sui migranti: “I norvegesi vengono dal nord della Norvegia, dalla Norvegia centrale, dal sud della Norvegia e da tutte le altre regioni. Sono norvegesi anche coloro che sono venuti dall’Afghanistan, dal Pakistan e dalla Polonia, dalla Svezia, dalla Somalia e dalla Siria. I miei nonni vennero qui emigrando dalla Danimarca e dall’Inghilterra centodieci anni fa. Non è sempre facile dire da dove veniamo e di che nazionalità siamo. La casa è il luogo dove batte il nostro cuore, e non sempre può essere confinata all’interno delle frontiere nazionali”.
Il discorso è arrivato tra l’altro in un momento in cui in Norvegia stanno aumentando i casi di intolleranza e razzismo verso i migranti. Le autorità hanno comunicato tra l’altro un dato in forte calo per quanto riguarda l’ingresso dei migranti nel Paese: nel 2016 sono arrivate finora circa 2000 persone, nel complesso del 2015 il dato era assai più consistente, 31.000. Secondo l’autorità per l’immigrazione norvegese, la riduzione nel numero dei richiedenti asilo è da attribuirsi “chiaramente ai controlli di frontiera in Norvegia, Svezia, Danimarca e altrove in Europa”. Il Paese scandinavo, inoltre, offre fino a 20mila corone (circa 2100 euro) per i migranti che decidono di tornare a casa.
Dati probabilmente non slegati al fatto che le elezioni politiche del 2013 in Norvegia sono state vinte dai conservatori guidati da Erna Solberg mentre i laburisti del primo ministro uscente, Jens Stoltenberg, hanno perso. Della coalizione di governo fa parte anche il Partito del Progresso, populista e che da tempo si batte contro l’immigrazione
beh allora chiediamo asilo alla Norvegia, che accogloerà tutta la lgbt community