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Obiezione di coscienza per le unioni civili? Bocciati gli emendamenti

Nessuna possibilità per Sindaci che vorranno non applicare la legge: la conferma dal nostro giurista Angelo Schillaci

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E’ di marzo la notizia che Toni Brandi, presidente dell’associazione catto-integralista Pro Vita, una delle principali realtà della galassia Family Day, stava inviando ai sindaci di tutta Italia un invito ad aderire ad un progetto di legge che intendeva promuovere l’obiezione di coscienza nella celebrazione delle Unioni Civili da parte degli stessi sindaci, una volta passata la legge Cirinnà. L’idea di Pro Vita è poi sfociata nella presentazione, da parte di alcuni deputati di Forza Italia (ma anche della Lega Nord), di una serie di emendamenti che, qualora approvati, avrebbero permesso non solo a Sindaci e funzionari comunali ma anche ai commercianti (come ad esempio wedding planner, pasticcieri e così via) di rifiutarsi di adempiere agli obblighi di legge o di fornire prestazioni a clienti che intendevano unirsi civilmente.

Ieri, come sappiamo, tutti gli emendamenti sono stati cassati ed il testo va in aula alla Camera dei Deputati così come è stato approvato dal Senato, senza alcun cambiamento: i “sogni” di Pro Vita and co. si sono quindi dileguati nel nulla. Abbiamo quindi girato la domanda al giurista Angelo Schillaci, ricercatore nell’Università “Sapienza” di Roma.

Angelo, quindi, possiamo dire con certezza che non esisterà l’obiezione di coscienza sulle unioni civili, salvo improbabili modifiche del testo?

Il diritto all’obiezione di coscienza deve essere espressamente previsto da una disposizione di legge. E la (futura) legge sulle unioni civili non dispone nulla al riguardo. Quindi no, gli ufficiali di stato civile – compreso il Sindaco – non potranno rifiutarsi di celebrare le unioni per motivi di “coscienza”. Il Sindaco potrà in ogni caso delegare la celebrazione ad altri – come già avviene per il matrimonio – ma a condizione che l’esercizio della funzione pubblica venga garantito.

Come ci dovremo comportare di fronte ad un Sindaco od ad un funzionario che si rifiutasse di applicare la legge? Ci sarebbe omissione d’atti d’ufficio?

Qualora la condotta degli ufficiali si traduca, nei fatti, nell’impossibilità di celebrare l’unione civile, il rifiuto sarà impugnabile in sede giurisdizionale e, nei casi più gravi, potrà procedersi alla denuncia per rifiuto/omissione di atti di ufficio ai sensi dell’art. 328 del codice penale.

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