Né buongiorno né buonasera. Ha chiuso il contatto e chi si è visto si è visto.
Mi aveva scritto vedendo il mio profilo, chiedendomi se mi interessava conoscerlo. Trent’anni, snello, misura del cazzo (dichiarata) XXL: mi sembrava scortese rifiutare.
Ci scambiamo il contatto MSN e subito mi chiede di che zona sono. Poi mi domanda se ho “tute acetate” o “Nike Shox”, o qualcosa del genere.
Mi viene il dubbio se stia cercando un ragazzo o articoli di abbigliamento, dubbio che esprimo. Lui risponde semplicemente: “Annusare” e poi, come già detto, si dilegua.
Non mi ha lasciato nemmeno il tempo di riflettere, di eccitarmi, di scoprire se potesse interessarmi e se in zona ci fosse una svendita di capi sportivi. Ma il punto non è la fretta – su cui potremmo tornare in qualsiasi momento – e neanche la maleducazione o tanto meno gli interessi più dettagliatamente feticisti. Il punto è l’odore.
Ci pensavo da un po’, a seguito di una serie di piccoli episodi: la mia coinquilina che diceva che avrebbe fatto un pompino a uno “solo se non gli puzza”, scambi di battute riguardo la permanenza sulla pelle di certi alimenti, dal salmone affumicato al tabacco, fino al più temibile aglio.
E poi un incontro disgraziato con un ragazzo carino, maschile, porcello ma, ahimè, nemico non dichiarato della doccia. Trovarmi a letto con uno che mi piacerebbe se non fosse così sporco, così trascurato, mi ha fatto pensare a come certi ragazzi siano incapaci di collegare l’igiene intima al rapporto sessuale con gli altri.
Non vado oltre perché basta questo a schifare i lettori, magari con l’eccezione di sparuti gruppetti di feticisti. Alcuni cattivi odori o comunque aromi persistenti possono stimolare l’eccitazione? Credo di sì ma la misura è sempre variabile, come il sale in cucina. Dipende dalla persona, dal partner, dalla circostanza.
Un catalogo esatto non si può ottenere ma si possono circoscrivere le zone dove si possono concentrare…
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Un catalogo esatto non si può ottenere ma si possono circoscrivere le zone dove si possono concentrare gli odori più forti e quindi graditi o repellenti, a seconda del gusto dei partner (avviso chi è schifato dall’argomento di fermarsi qui):
Pene. La gioia un po’ di tutte noi finocchie ma, in quanto conduttore vivo di tante secrezioni, incline ad aromatizzarsi. In quanto naturale, generalmente un minimo di odore può essere gradito, purché non prevalga il senso di ristagno. Qualcuno va anche oltre nell’apprezzarne l’intensità ma direi che conviene sempre evitare di scadere nella sporcizia.
Piedi. Laddove all’odore può non necessariamente accompagnarsi sempre la sudorazione, il primo più gradito a molti feticisti, per quanto non tutti desiderano che l’arto in questione ricordi epoche trascorse.
Ascelle. Variando tra l’acido e il muschioso, possono acquistare valore a metà del rapporto ma anche come feticcio da spogliatoio, con gli indumenti che le rivestono. Va sottolineata una decisa e stereotipata prevalenza del gradimento frocio quando appartengono a un corpo virile.
Bocca. Sul tabacco, vale l’immortale sentenza di Mina “Un uomo quando sa di fumo è veramente un uomo…”. Per il resto, portare uno spazzolino con sé o le classiche gomme non fa mai male, anche se il morbidume liquoroso con le temperature interne a stretto contatto (nel caso dei baci passionali) possono trasformare un cattivo odore in un avvolgente orgasmo orale.
Orecchie. Nel cui caso è più un fatto di sapore, che a me ricorda qualcosa che devo aver provato ma che dava altri effetti. Comunque basta un coton fioc.
Capelli. Non sono forse eccitanti, sia che sappiano di shampoo che di pomeriggi passati sul motorino e sotto il casco?
Didietro. Mi arrendo, anche perché non saprei se citare feticismi estremi o lodare invece una delle poche vere glorie italiche, ossia il bidet.
Per non trascendere, mi piacerebbe allora concludere con la personale avversione per i profumi non minore di quella per i cattivi odori. Stare con un bellimbusto improfumato significa chiudere gli occhi e non sapere chi si ha di fronte, perché non è più il suo odore che si annusa ma quello che potrebbe avere chiunque.
Due ragazzi che si amano, invece, si riconoscono anche al buio grazie all’odore. E riconoscono le giacche e gli indumenti dell’altro tra mille. Siamo ancora un po’ animali e questo senso regala informazioni preziose. Perché gli odori si impongono – discretamente – nell’intimità.
Quello che sarebbe sgradito in un collega di lavoro o in un vicino di metropolitana, a letto con uno che ci piace può diventare un’arma in più. Purché al momento giusto e con la persona giusta, l’olfatto ha il suo ruolo nel sesso, non meno della vista, del tatto e degli organi di piacere. Sono segni, suggerimenti, informazioni. E non posso giurare che siano del tutto involontari.
Sono una forma di comunicazione molto importante con il mondo esterno. Senza dimenticare però che anche fare la doccia lo è.
Flavio Mazzini, trentenne, giornalista, ha deciso di prostituirsi con uomini per raccontare le proprie esperienze nel libro “Quanti padri di famiglia” (Castelvecchi, 2005). Dal 1° gennaio 2006 tiene su Gay.it la rubrica Sesso.
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di Flavio Mazzini
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