Il caso non è affatto chiuso: la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli promette sanzioni per la domanda shock sull’omosessualità.
“Quali delle seguenti percentuali rappresenta la migliore stima del verificarsi dell’omosessualità nell’uomo?”, questo è il quesito dall’aria quasi banale che gli studenti degli atenei italiani si sono trovati davanti ieri e su cui oggi risponde la ministra Fedeli.
A lasciare interdetti è stato l’inserimento della domanda tra quelle di psichiatria nel Progress test di Medicina e Chirurgia, quando dovrebbe essere noto, a maggior ragione in un ateneo, che l’omosessualità è stata eliminata dall’elenco dei disturbi psichiatrici dall’Organizzazione Mondiale della Sanità da quasi trent’anni.
“È francamente incredibile e a dir poco inaccettabile che l’omosessualità sia stata inserita nella categoria delle malattie – si legge nel comunicato della ministra Fedeli – Mi auguro che la Conferenza dei corsi di laurea in medicina provveda ad eliminare dall’elenco delle domande del Progress test quel vergognoso quesito, che le risposte ad esso date non siano tenute in considerazione ai fini della valutazione del progresso nell’apprendimento di studentesse e studenti, e che il responsabile di quanto accaduto sia adeguatamente sanzionato”.
Il Progress test viene organizzato dalla Conferenza dei Presidenti dei Collegi didattici dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia delle università italiane e non ha nulla a che vedere con l’esame di Stato in Medicina di cui responsabile è il Miur.