Caro Panariello,
per me che di un gay sono la madre quelle battute sono state un pugno nello stomaco. I gay l’autoironia la praticano, fra amici. Ma ci si sente in trincea e non fra amici in un paese in cui la semplice accusa di omosessualità porta al suicidio (Torino, aprile 2007) e all’omicidio (Messina, ottobre 2007). L’escalation di violenza omofobica è impressionante e non va incoraggiata in nessun modo indiretto.
Forza Panariello, si può sempre fare di meglio; lo spettacolo è bello di suo, perché rovinarlo con queste cadute di stile?
Claudia Toscano
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