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Pavia, “non affitto casa mia a coppie gay”

I due 30enni, uniti civilmente, avevano persino versato la caparra. Poi la reazione della proprietaria, una volta scoperta la loro omosessualità.

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Due trentenni di Pavia hanno denunciato l’ultimo incredibile caso di omofobia all’italiana. Affittato casa e versata la caparra, sono stati discriminati quando la proprietaria dell’appartamento ha scoperto la loro omosessualità. I due pavesi si sono uniti civilmente poco tempo fa, davanti all’ufficiale di stato civile di Firenze. Ora stanno valutando l’ipotesi di una denuncia, che noi gli consigliamo di fare il prima possibile.

“Ai gay non affitto casa mia”, avrebbe tuonato la donna. Ironia della sorte, tutto questo è avvenuto proprio mentre a Pavia si stava tenendo il 5° Pride cittadino. Duro il commento di Simone Verni, consigliere regionale del M5S Lombardia.

Purtroppo la discriminazione non è un concetto astratto, è qui, è ora, è ovunque dietro l’angolo. Pavia oggi è passata all’”onore” delle cronache per un episodio di odiosa discriminazione e di ignoranza: una coppia si vede rifiutare l’affitto di un appartamento perché «a una coppia gay, la casa non la do. Quando entro in un ospedale, voglio avere un medico competente e non mi interessa se è maschio, femmina e con chi va a letto. Se affitto un appartamento, voglio avere un inquilino ben educato e che mi paghi regolarmente il canone d’affitto e non mi interessa sapere se è maschio, femmina e con chi va a letto. Il vero male della nostra società è l’ignoranza che genera paura e diffidenza. Il pregiudizio genera intolleranza e razzismo.

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