Ricordate quando alle elementari i temi più frequenti erano: "descrivi come sei fatto", "racconta come è composta la tua famiglia" o "il tuo amico del cuore"? Ecco, la mia era una scrittura che, con un eufemismo paradossale, avremmo potuto definire debordante. Finivo così per riversare sulla cattedra della maestra chili di carta, e più che un tema sembrava il verbale del processo di Norimberga. Ero del tutto sprovvisto di quel famoso dono della sintesi che la mia insegnante mi spronava a trovare, e mi ci vollero anni per imparare a concentrare, stringare e arrivare all’essenza di un pensiero. Ma allora mai avrei immaginato che il progresso scientifico ci avrebbe portati a confrontarci con il limite di quel "numero massimo di caratteri" che qualsiasi applicazione internet ci chiede di rispettare quando pubblichiamo il nostro profilo, portando all’estremo il concetto di essenzialità.
Ad ogni modo, correndo di pari passo con l’evoluzione delle comunicazioni telematiche, sono ormai diventato bravissimo nel riassumere in un "max 150 caratteri" i punti salienti della mia personalità, le mie caratteristiche fisiche, gli obiettivi di vita e anche i target sentimentali, e se da un lato mi compiaccio del mio duramente conquistato "dono della sintesi", dall’altro è piuttosto deprimente considerare come alla fine sia possibile comprimere 40 anni di vita in così poco spazio.
Sui profili sparsi equanimemente tanto sulle chat in rete che sulle applicazione pesca-gay del mio cellulare, ad accompagnare le mie foto meglio ritoccate ho piazzato didascalici cenni di vita, poche righe sintetiche ma molto chiare su cosa voglio ma soprattutto su quello che non cerco. Tempo massimo di lettura? A dir tanto 15 secondi, se anche nel frattempo ci si è presi una pausa per andare in bagno a fare pipì. Nonostante questo, immancabilmente arrivano messaggi proprio da quelle categorie con le quali ho chiarito di non voler avere nulla a che fare.
Insomma, è già frustrante ricevere delle avances da chi non è propriamente il tuo tipo, ma se poi questo mi contatta dimostrando evidentemente di non essersi preso neppure la briga di perdere quella manciata di micron per leggere il mio status, mi dà la conferma di come io o cento altri per lui siano la stessa cosa. Con il risultato di non farmi sentire "speciale" e questa è la peggior tattica di rimorchio che si possa mettere in campo.
Voglio dire: io faccio lo sforzo immane di rispettare quel comando perentorio di non superare il famigerato "X caratteri massimi", trovando le parole più corte, gli aggettivi più onnicomprensivi e tutto questo evitando le odiose abbreviazioni da liceali analfabeti e tu che fai? Li ignori così sfacciatamente? Non è che ti si chiede di leggere le Vite Parallele di Plutarco!
Vi faccio qualche esempio. Rendo noto che per politica aziendale rispondo solo a profili con foto del viso e mi scrivono acefali, decollati o direttamente buchi neri (quando non foto di gattini, tramonti sul mare e fiori di campo). Chiedo uno sforzo minimo di fantasia, scrivendo qualcosina di più frizzante che un semplice "ciao" e indovinate con che frase attaccano bottone? No a fidanzati e mi sento dire: "Vediamoci ma tra le 12 e le 16 quando il mio ragazzo è a lavoro, meglio se puoi ospitare" e poi sottolineano "per favore massima riservatezza", come se stessi per andare con Brad Pitt e volessi gridare al mondo d’essere andato con l’uomo più appetibile della terra.
E poi la richiesta per me più importante e imprescindibile: no a coppie, e indovinate chi mi propone una serata a tre? Che poi, non sarà carino dirlo, ma io quelli che vanno in cerca del terzo non li tollero proprio. Sono dei gargarozzoni (ndr: per coloro i quali hanno basi cultural-dialettali al di fuori del Grande Raccordo Anulare, si intendono coloro ai quali non basta mai) che pur avendo cibo al loro tavolo devono andare a pescare nel buffet che sarebbe più correttamente destinato a chi se ne sta in fila ancora con il piatto vuoto in mano.
Non solo in chat, li trovi ovunque: nelle discoteche, in sauna, nelle aree di sosta in autostrada e in ogni altro anfratto scovato per assecondare la loro voracità, con una perseveranza tale che viene da chiederti che vita di coppia facciano questi due a parte dividere le spese delle bollette, se poi passano il 90% del loro tempo a rimorchiare terzi, quarti o loro multipli. Uno che come me ha fatto sesso con legioni di uomini non vuole certo adesso ricucirsi l’imene con giudizi morali, è semplicemente che non mi ci trovo e poi li trovo anche un po’ scorretti. Ma io dico: ti sei trovato un fidanzato? E tieniti quello e lascia spazio nelle chat a chi con fatica cerca di trovarsi uno straccio d’uomo! Perché devi averne uno fisso garantito e poi l’extra bonus? E no, così non va mica bene, e in un momento come questo dove le politiche sociali sono tanto sentite, sarebbe quasi necessario fissare delle regole anti trust del rimorchio che garantisca un’equidistribuzione delle risorse (gli uomini) e un’applicazione inflessibile delle normative di concorrenza procedurale (ovvero non turbare la ricerca di chi ha più bisogno di loro).
di Insy Loan ad alcuni meglio noto come Alessandro Michetti
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