A Białystok, il pride è stato oggetto di insulti e aggressioni con lanci di sassi e bottiglie. Nella città di Plock, a 100 chilometri da Varsavia, invece, la manifestazione si è potuto svolgere in modo pacifico, nonostante la presenza dei esponenti dell’ultra-destra che volevano bloccare la parata. Nessun lancio di oggetti o insulti stavolta, se non a distanza.
Il Plock pride del 10 agosto ha dimostrato ancora una volta che la Polonia LGBT resiste, e non intende nascondersi. Molti gli slogan che i 2.500 presenti urlavano, mentre percorrevano le vie principali della città, tra cui “Libertà, uguaglianza, democrazia” e “Vi amiamo anche noi“. A manifestare dalla parte opposta, come già annunciato, alcuni attivisti della destra, i quali avevano organizzato una contro manifestazione, chiamata “Blokujemy paradę „Równości” w Płocku“, che in polacco significa “Blocchiamo la marcia dell’uguaglianza a Płock“. La Polizia, in tenuta anti sommossa, ha impedito che si verificassero le stesse aggressioni già viste tre settimane fa.
Pesanti insulti dal palco dell’ultra destra al Plock Pride
La contro manifestazione non è stato che un concentrato di attacchi al pride e alla comunità LGBT della Polonia. Dal presidio, uno dei presenti ha affermato:
Gli slogan di uguaglianza e tolleranza sono solo bla–bla, destinati a coprire la diffusione dell’ideologia Lgbti.
E anche loro avevano i loro slogan:
Qui c’è la Polonia e non Bruxelles, qui non sosteniamo deviazioni.
Alcuni giorni prima del pride, anche a Plock la chiesa è intervenuta sulla questione, definendo la parata come una marcia immorale, e offendendo i partecipanti definendo come persone senza un Dio. Insomma, chiesa e politica vanno a braccetto contro la comunità LGBT, e presto saranno al potere assieme, visti i sondaggi che danno il partito di estrema destra PiS (e già al potere) come già destinato a occupare la sede del governo.
Dalla parte del pride
Tra i 2500 partecipanti, erano presenti anche nomi della politica nazionale: c’era ad esempio il leader progressista di Wiosna, Robert Biedrón. Uomo apertamente omosessuale oltre a essere anche un eurodeputato. Assieme a Biedròn c’erano poi Rasmus Andresen e Julie Ward, anch’essi eurodeputati rispettivamente eletti in Germania e Regno Unito.
E anche se non erano presenti fisicamente alla marcia, la comunità LGBT+ polacca può contare sul sostegno di una parte della popolazione. Segnale che anche l’opinione pubblica sta facendo dei passi in avanti?
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.