Un tribunale polacco ha incredibilmente respinto una causa intentata contro gli ideatori di una campagna omofoba che collegava l’omosessualità alla pedofilia, definendola “informativa ed educativa”.
La campagna choc è stata ideata dall’ONG ultra conservatrice Fundacja Pro, che ha girato la Polonia con furgoni recanti lo slogan: “La pedofilia è 20 volte più comune negli omosessuali. Vogliono insegnare ai tuoi figli. Fermali!”. L’anno scorso l’avvocato Bartłomiej Ciążyński aveva intentato una causa civile contro Fundacja Pro, sostenendo come la campagna avesse “insultato, calunniato e violato la dignità” delle persone LGBT +. Peccato che il caso sia stato ora archiviato da un tribunale distrettuale di Breslavia, nella Polonia occidentale. Nella sua sentenza, il giudice Adam Maciński ha affermato che la campagna “dovrebbe essere considerata come avente una dimensione informativa e sociale”, poiché ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla pedofilia.
Una bestemmia. Poiché le leggi polacche sull’odio non riguardano l’orientamento sessuale, Maciński ha stabilito che la campagna “è un’espressione della libertà di parola e di credo costituzionalmente garantita per l’imputato”. La sentenza è stata pronunciata con tanto di picchetto fuori dall’aula del tribunale, con manifestanti che urlavano “Stop alla pedofilia: gli omosessuali molestano i bambini”, o “Cosa vuole insegnare ai bambini la lobby LGBT?”.
La Polonia sta vivendo un momento nerissimo, in ambito omofobia, grazie all’ascesa al potere del partito Law and Justice (PiS), con 80 governi locali che si sono proclamati “liberi dall’ideologia LGBTI”. Giorni fa una città francese ha cestinato il gemellaggio con una città polacca proprio a causa omofobia.