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Porno provocazioni e parodie hard

Dopo le parodie in chiave porno di famosi film (come Bareback Mountain, Desperate Housebands, The Hole e altre), esce per la Dark Alley media il rifacimento della passione di Mel Gibson.

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Il porno gay è un forma di intrattenimento che, volente o nolente, finisce per riflettere la situazione circostante. Attraverso il porno gay è possibile tracciare una storia dell’immaginario gay degli ultimi 50 anni, ad esempio, e partendo da lì si può indagare su come la comunità gay ha vissuto (o sta vivendo) certe dinamiche socioculturali: dall’integrazione razziale al coming-out, dalla cultura del fitness a quella dei locali, dagli ideali fisici alle mode, dalle prospettive relazionali alle pratiche sessuali che vanno per la maggiore in certi periodi e in certe nazioni.

Attraverso l’analisi dei commenti musicali del porno gay (quello di qualità, beninteso) è possibile persino tracciare una "storia" dei generi più legati alla comunità gay nel corso del tempo. In maniera più sottile il porno gay riflette anche dinamiche più complesse: ad esempio durante i periodi in cui gli USA sono andati in guerra è aumentata la produzione di video hard a tema militare, dopo la caduta del muro di Berlino sono arrivati in massa i modelli estetici provenienti dall’est europa, mentre in determinate nazioni il porno gay ha riflettuto l’incremento demografico delle nuove etnie (come quelle latine e mediorientali) o la scarsa integrazione fra quelle esistenti (come nel caso dei video all-black).

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Allo stesso modo il porno gay pesca dall’immaginario collettivo creato dal cinema contemporaneo i modelli e le situazioni da riproporre in chiave hard: dall’ovvio Bareback Mountain, ispirato a Brokeback Mountain, a Desperate Housebands (versione gay del serial Desperate Housewifes) a The Hole (che si rifà ai moderni horror – come il giapponese The Ring -, con tanto di videocassetta maledetta che qui non uccide nessuno, ma fa diventare gay chiunque la veda), solo per citarne alcuni. C’è stata anche la versione gay de La Dolce Vita, e – visto successo di pubblico e critica – il suo regista (e interprete) Michael Lucas si è meritato il titolo di "Fellini della fellatio".

Ultimamente la ricerca di nuove idee ha portato i produttori a parodiare anche spettacoli di successo, ad esempio i reality show: così di recente sono usciti titoli come Fucking With The Stars (Scopando con le stelle, parodia del format "ballerino" importato anche da noi) e The Show (una sorta di pseudo reality in cui il vincitore sarà, ovviamente, lo scopatore migliore). Di prodotti come questi si annunciano anche dei sequel e nel frattempo gli spettatori potranno anche dire la loro sui "concorrenti" votandoli online.

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Essendo la competizione fra le varie case di produzione sempre molto serrata, questa voglia di parodia ha iniziato a rasentare il provocatorio. Il primato sembra spettare alla Dark Alley Media, che non paga di aver girato – fra mille polemiche – Gaytalamo (un video ispirato allo scandalo mediatico della prigione di Guantalamo), quest’anno è andata là dove nessuno aveva mai osato andare prima. Infatti con il film Passio ha addirittura fatto il verso all’iconografia cristiana e al Vangelo di Matteo (e quindi al film Passion di Mel Gibson), presentando performers che interpretano (ovviamente a modo loro) alcuni episodi salienti della vicenda narrata nel testo sacro.

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Ovviamente questa iniziativa ha suscitato un vespaio senza precedenti anche nella stampa non specializzata: libertà di espressione o blasfemia gratuita? Secondo il regista (che, ironia della sorte, si chiama Matthias von Fistenberg) non sarebbe nulla di nuovo, nella misura in cui i soggetti sacri hanno avuto interpretazioni erotiche per secoli (fra gli altri cita anche Caravaggio e  Michelangelo) e lui si è limitato solo ad esplicitarle. Difficile commentare questa scelta, d’altra parte vari media hanno già reinterpretato il tema in chiave non propriamente sacra (dal musical Jesus Christ Superstar al film L’Ultima tentazione di Cristo), senza contare che questo video (dai costumi alle scenografie) ha molte più cose in comune col teatro di prosa contemporaneo che con i classici filmoni a tema religioso.

Sarà interessante verificare se si è trattato di un caso o se la pornografia gay vuole davvero iniziare ad esplorare nuove potenzialità espressive e metatestuali.

di Valeriano Elfodiluce

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