SAN FRANCISCO – Per nulla intimoriti dai recenti insuccessi nella lotta per la legalizzazione del matrimonio omosessuale, decine di migliaia di persone allegramente travestite hanno marciato in tutti gli Stati Uniti d’America domenica scorsa per celebrare il 35esimo anniversario del Gay Pride.
Lo hanno celebrato a San Francisco, a New York, Chicago, Seattle, Atlanta e altre città, anche se l’evento si è svolto in un momento difficile per i difensori dei diritti dei gay. Un progetto di legge per il matrimonio tra persone dello stesso sesso è stato bocciato quest’anno in California, e molti stati hanno approvato o stanno discutendo emendamenti costituzionali che vietino il matrimonio gay e lesbico.
«Sono qui per far sapere al resto del mondo che ci siamo e vogliamo essere visibili – ha detto Clarence Smelcer, 43 anni, attivista anti-Aids, mentre guardava la sfilata di San Francisco – Siamo parte della vita di ognuno, e la parata è un modo meraviglioso per dimostrarlo».
Il Gay Pride è praticamente una festività ufficiale a San Francisco e migliaia di persone si sono riunite presto per partecipare alla sfilata: c’erano uomini in gonnella che sfoggiavano parrucche color arcobaleno, travestiti in kimono e coppie eterosessuali che sventolavano bandiere rainbow.
La parata si è aperta con un gruppo lungo alcuni isolati di “Dykes on kikes“, lesbiche vestite di pelle alla guida di rombanti motociclette. Tra i partecipanti anche un uomo barbuto in abito da sposa che cantava “Like a virgin” di Madonna, una banda di gay e lesbiche, e un gruppo di genitori e amici di lesbiche e gay.
Le sfilate annuali del Pride commemorano, come tutti ormai sanno, la rivolta di Stonewall del 1969, una serie di lotte tra gay e polizia svoltasi a New York e generalmente considerata l’inizio del movimento dei diritti gay. Le sfilate hanno cominciato a svolgersi sin dall’anno successivo, il 1970.
Qualcosa nelle celebrazioni di domenica scorsa ha riportato alla mente quelle battaglie: molte persone nella sfilata di San Francisco avevano adesivi che recitavano “A tutti noi spetta la libertà di sposarci”. «Ogni volta che c’è un grosso gruppo di persone che urlano e lanciano slogan, le persone vi prestano attenzione – dice Jorge Vieto jr., 27 anni, che ha lasciato il Costa Rica a causa delle discriminazioni contro i gay – Il matrimonio dovrebbe essere una pari opportunità non un diritto eterosessuale».
Ming Chan, 33 anni, e Steve Ribisi, 34, hanno assistito alla parata con il loro figlioletto di 18 mesi, Joshua. Anche se hanno detto che alcuni considerano la loro unione come una minaccia alla santità del matrimonio, loro vogliono solo la possibilità di crescere loro figlio: «La gente dovrebbe vederci e sapere che affrontiamo gli stessi problemi degli altri genitori» ha detto Chan.
In altri luoghi, alcuni attivisti si sono detti stimolati dalla situazione politica: «Le persone sono più prese quest’anno – ha detto George Estelle, che ha partecipato alla marcia di Atlanta e ha organizzato un carro per la Human Rights Campaign, gruppo di pressione gay e lesbico – Sono incazzati perché sentono che sono stati rappresentati in modo insoddisfacente quest’anno durante le elezioni».
A New York, gli uomini in maniche di camicia erano più numerosi di quelli in perizoma in una sfilata che qualcuno ha definito la meno eccentrica degli ultimi anni, anche se politicamente molto rilevante. Tra i partecipanti c’erano anche la senatrice Hillary Rodham Clinton e il senatore Charles Schumer. «Di solito c’erano quasi solo drag queen – ha detto Susan Yousem, che abita nelle vicinanze di New York – Ora sembra una cosa di massa, normalizzata, nel bene e nel male. Ci sono un sacco di gruppi parrocchiali, un sacco di famiglie».
Anthony Polito che ha marciato a New York con l’Associazione Veterani di Stonewall, ha ricordato di aver “steso a pugni un paio di poliziotti” durante le sommosse del 1969. Come segno dei tempi, la parata di domenica comprendeva anche gruppi dalle forze di polizia e dei pompieri cittadine, incluso un camper per l’arruolamento.
A Conway, in Arkansas, circa 300 persone hanno sfilato nella seconda parata dell’orgoglio cittadina, mettendo facilmente a tacere un esiguo gruppo di contestatori. L’anno scorso gli organizzatori avevano riferito di aver ricevuto minacce di morte mentre un contadino che contestava l’evento ha rovesciato tre tonnellate di letame lungo il percorso del corteo.
Robert Loyd, uno degli organizzatori, ha definito l’evento di quest’anno un successo, anche se ha accusato il sindaco di cercare di sabotarlo cambiando il percorso già approvato pochi giorni prima. «L’anno scorso abbiamo avuto a che fare con tonnellate di concime. Quest’anno abbiamo avuto letame di altra natura e di questo dobbiamo ringraziare il sindaco Tab Townsell» ha detto Loyd nel discorso che ha concluso la parata. Dal canto suo Townsell aveva dichiarato la scorsa settimana che il cambiamento era stato fatto per garantire la sicurezza e che la città dava il benvenuto Alla “piena espressione delle libertà americane di tutti”.
Justin M. Norton della Associated Press; hanno collaborato Karen Matthews a New York, Doug Cross ad Atlanta, David Hammer a Cornway, tutti della Associated Press.
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di Gay.com
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