Sono durati meno di un gatto in tangenziale gli osceni manifesti omofobi di Provita Onlus contro le famiglie arcobaleno.
Affissi nella giornata di lunedì, e travolti da critiche bipartisan, sono stati prontamente rimossi nella giornata di martedì. Almeno nella Capitale. Dal Campidoglio è arrivata l’attesa comunicazione ufficiale, dopo 24 ore di indignazione.
«La sindaca di Roma Virginia Raggi ha richiesto agli uffici competenti la rimozione dei manifesti omofobi riconducibili all’associazione onlus Pro Vita». «Il messaggio e l’immagine veicolati dal cartellone, mai autorizzato da Roma Capitale e dal Dipartimento di competenza, violano le prescrizioni previste al comma 2 dell’art. 12 bis del Regolamento in materia di Pubbliche affissioni di Roma Capitale, che vieta espressamente esposizioni pubblicitarie dal contenuto lesivo del rispetto di diritti e libertà individuali».
Esultano, ovviamente, il Circolo Mario Mieli e Famiglie Arcobaleno, per bocca dei rispettivi presidenti Sebastiano F. Secci e Marilena Grassadonia, che da subito si sono spesi per un pronto intervento del Comune di Roma.
«Quei manifesti rappresentano un’offesa non solo per le persone LGBT+ e le loro famiglie ma per la cittadinanza tutta e sono l’ennesimo tentativo di Provita di alzare l’asticella della comunicazione per ottenere visibilità nonché l’occasione di passare per vittima dopo lo scontato ritiro. Film già visto con la campagna altrettanto indegna contro la 194. Il gioco è ormai scoperto. Per questo, come Circolo Mario Mieli e Famiglie Arcobaleno, abbiamo scelto di ignorare pubblicamente questa patetica manovra ma ci siamo subito attivati con le forze politiche laiche di maggioranza e opposizione per chiedere la rimozione dei manifesti gravemente lesivi dei diritti e delle libertà di tutte e tutti. Siamo felici della pronta reazione dei gruppi consiliari e di esponenti politici di primo piano del Partito Democratico, locale e nazionale, del Movimento 5 Stelle di Roma e della sindaca Raggi che, questa sera, ne ha ordinato la pronta rimozione. Una risposta unita e intransigente a chi vuole strumentalizzare i bambini e le bambine per portare avanti una propaganda intrisa di odio e omofobia».
Dura la presa di posizione della sindaca Raggi, che ha tuonato: «La strumentalizzazione di un bambino e di una coppia omosessuale nell’immagine del manifesto offendono tutti i cittadini». La speranza, a questo punto, è che dopo la dovuta rimozione sia in arrivo anche una salatissima multa, per affissione abusiva.
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Se solo il M5S desse un taglio allo sputare odio sul Partito Democratico, potrebbe esserci una prospettiva di collaborazione.