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Pro Vita raccoglie firme contro la bandiera arcobaleno nel Municipio II di Roma: “aberrazione istituzionale”

Pro Vita e Famiglia ha lanciato una petizione per chiedere a Virginia Raggi e al presidente del Municipio Roma II di rinunciare all’esposizione della bandiera LGBT.

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Lo scorso 24 settembre, il consigliere comunale del Municipio II di Roma Paolo Leccese (Volt) ha annunciato via social l’approvazione della mozione, da lui stesso presentata, volta a esporre la bandiera LGBT “insieme al trio istituzionale (Europa, Italia, Roma) nel II Municipio. Una mozione passata con il voto favorevole di Volt, Civici, Radicali, Italia Viva, PD e M5S. L’unica forza politica a votare contro è stata Fratelli D’Italia, in quanto la Lega era assente.

“Ora attendiamo di vederla sventolare accanto alle altre tre per poter ribadire che non possiamo accettare episodi come quello di Maria Paola e Ciro o quanto accade in Polonia in questi giorni”, aveva scritto Leccese sui social. “Ma questa battaglia non è solo per i diritti LGBTIAQ+, perché questa bandiera è la bandiera di chiunque venga discriminato o offeso, a prescindere che sia per motivazioni, razziali, sessuali, politiche o religiose. Questo è un vessillo che vuol dire Libertà”.

Tutto è bene quel che finisce bene? Affatto. Pro Vita e Famiglia ha infatti lanciato una raccolta firme per chiedere al sindaco di Roma Virginia Raggi e al presidente del Municipio Roma II Francesca Del Bello di rinunciare all’esposizione della bandiera LGBT nel Municipio II.

Questo perché agli ultracattolici di Pro Vita e Famiglia appare una “scelta decisamente sbagliata e miope, considerando anche lo stato di degrado in cui versa la Capitale: con il traffico perennemente congestionato, i mezzi pubblici inefficienti, l’immondizia che straborda sulle strade, i cinghiali che scorrazzano per interi quartieri, e chi più ne ha più ne metta. La bandiera LGBT non può essere equiparata a una bandiera istituzionale: è il simbolo di una fazione ideologica di minoranza”. Cosa c’entri lo ‘stato’ in cui si trova Roma con una bandiera, non è chiaro.

Non contenti, hanno definito un semplice vessillo arcobaleno una “aberrazione istituzionale”, per poi buttarla come al solito sul benaltrismo duro e puro. “In una città in piena e costante emergenza, e per di più in un periodo di crisi sanitaria, non può essere la bandiera lgbt la priorità dell’amministrazione capitolina”, sbraitano quelli di Pro Vita e Famiglia, se non fosse che a tramutarla in una priorità siano stati loro e soltanto loro.

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