«Io la notte non dormo e me lo vedo che la polizia se lo porta via con le camionette, con tutti quelli come lui».
«Nonna, ma quelle sono le prostitute».
È il dialogo realmente avvenuto tra la mia coinquilina e sua nonna, pochi giorni dopo la fuitina del giovane di cui ho parlato poche settimane fa.
Torno sul tema perché quella conversazione, tenera e buffa insieme, può svelare a molti giovani qualcosa che ormai non esiste più o che comunque per un omosessuale è dato per scontato: ossia il meccanismo pratico di un accoppiamento tra due maschietti e i dubbi ad esso correlati.
Infatti la storia della retata era solo un modo per la nonna (tutto sommato piuttosto moderma e benevola) di prendere la cosa alla lontana e farsi raccontare dalla nipote (lo ricordo: una delle maggiori frociarole del centro sud) i dettagli sessuali: «Ma dimmi come si cuccunu». In un certo senso, un modo di voler capire, conoscere…
Di lì un tira e molla: «Nonna, ma smettila, mi vergogno».
«Dai, dai, dimmelo».
«No, assolutamente no».
«Vabbene, quando torni vieni a casa mia e ne parliamo a quattr’occhi, così mi spieghi tutto».
«Nonna ma sei pazza? La zia mi ammazza».
«Ma io non glielo dico…».
E poi il fatto saliente: «Nonna, ma se te lo spiego, poi avrai questa immagine per sempre ogni volta che lo vedrai».
«Tu non ti preoccupare. A me già me l’hanno spiegato però non ne sono sicura».
Da dietro giunge la voce del nonno: «Io non te l’ho detto. Non sono stato io. ‘Ste cose neanche le penso».
La cosa più semplice del mondo diventa qualcosa di difficile da immaginare: colpa soltanto di un’educazione cattolica in una società moralista o forse di una sessualità repressa anche per gli etero? Viene da chiedersi quante coppie di anziani abbiano in gioventù visto la moglie nuda, fatto l’amore con la luce accesa, sperimentato posizioni atipiche o provato il piacere di un rapporto anale o anche solo orale.
Di certo v’è una totale ignoranza sulle vicende omosessuali. D’altronde in un best seller del 1969, Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere, opera di un certo David Reuben, spuntano castronerie di ogni sorta e non solo sui gay.Limitandomi al nostro orizzonte, vorrei segnalare almeno i seguenti passaggi: “Per via delle relative sue limitazioni anatomiche e fisiologiche ci sono ostacoli giganteschi da superare….
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Limitandomi al nostro orizzonte, vorrei segnalare almeno i seguenti passaggi: “Per via delle relative sue limitazioni anatomiche e fisiologiche ci sono ostacoli giganteschi da superare. Molti omosessuali la considerano una sfida e vi si accostano con un’ingegnosità ed un’energia illimitate“.
E ancora: “Dato che il loro equipaggiamento è alquanto limitato, in un rapporto sessuale essi hanno molta più necessità della coppia normale eterosessuale di servirsi della fantasia e dell’inventiva“.
Dopo di che prosegue: “Madre Natura non ha ritenuto di corredarlo di una vagina e allora trova il suo divertimento dove può. Dato che un pene non può penetrare dentro un altro, deve trovare un posto in cui inserirlo. Qualsiasi orifizio o qualsiasi recesso di pelle è potenzialmente candidato ad esserlo“.
Ma il meglio lo raggiunge quando lo stile (chissà quanto involontariamente) richiama i ricettari di suor Germana: “La più comune esperienza omosessuale è la masturbazione reciproca. Rapida e facile, richiede un’attrezzatura minima. I due uomini si spogliano, si infilano a letto e si manipolano i reciproci peni fino al punto di raggiungere l’orgasmo. L’intera operazione dovrebbe richiedere dai tre ai cinque minuti“.
Per quanto incredibile è tutto vero. Era il 1969, la società era in fermento, l’uomo aveva messo piede sulla luna e questo millantatore scriveva cose del genere, con buona pace di migliaia, forse milioni di casalinghe curiose di saperne di più sul sesso.
Ancora oggi il manuale risulta in commercio. Si tratta di una nuova edizione, disponibile anche in Italia. Prometto che la cercherò presto per raffrontarla con l’originale in mio possesso e verificare se il dott. cialtr. Reuben sia stato informato della verità.
Nel frattempo la mia coinquilina provvederà a sua nonna, che ancora crede che il nipote gay voglia la gonna. «Nonna, ma sei cretina!»
«Io non lo capisco…»
«È come i miei amici»
«Ah, sì, sì…però lui si deve lamentare con madre natura che non gli ha dato le minne, quindi non deve fare cattiverie nei confronti di sua madre».
E comunque ci si pone il problema di capire fin dove ci si può spingere con le rivelazioni, tanto che lei, prima di rischiare, ha deciso di chiedere consiglio alla madre: «Mamma, ma ci possu riri ca si pigghiunu u culu?».
«Assolutamente no!»
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di Flavio Mazzini
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