< 1 min. di lettura
La rivista My Kali, una delle poche riviste online LGBT del Medio Oriente, ha iniziato le pubblicazioni in arabo in maggio ma già dopo il primo numero, nonostante apprezzamenti a livello internazionale, è stata minacciata di morte mentre la società editrice è sommersa di denunce per “promozione dell’omosessualità”.
“Quando ho iniziato a pubblicare la rivista usavo l’inglese perché cercavo di non farmi notare da ampi strati della popolazione giordana (quelli meno istruiti, ndr) per paura di ritorsioni“, ci dice Khalid Abdel Hadi, uno dei fondatori della rivista. “Poi, messo sotto pressione da migliaia di persone gay che conoscono solo l’arabo, ho deciso di pubblicare un numero in arabo. Volevamo diffondere conoscenza e consapevolezza sulla tematica LGBT ad un più ampio spettro di persone“.
Ma, dopo 9 anni di pubblicazione in inglese, è bastato un numero in arabo per scatenare la reazione tanto temuta. Persino altre testate giornalistiche si sono scatenate contro la linea editoriale di My Kali, contestando il fatto che il titolo della testata non è registrato e che è finanziato dall’Occidente per diffondere l’omosessualità. La Commissione sull’editoria giordana ha affermato che My Kali non è registrata e quindi, se stampata, verrà denunciata. Ma My Kali non è una pubblicazione cartacea, la si trova solo sul web. Risponde Abdel Hadi: “La rivista non vuole minare le tradizioni e la cultura giordana né ‘diffondere’ l’omosessualità. La comunità LGBT giordana è parte inerente del tessuto sociale del paese, non è un prodotto di importazione o una costruzione, né ha in agenda di distruggere le tradizioni del paese: vogliamo solo darle voce”.
© Riproduzione Riservata