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Roma, cartello omofobo: “affitto casa ma non a gay, animali e immigrati”

Arriva dalla Capitale l’ultimo indecente caso di ‘omofobia immobiliare’.

Roma, cartello omofobo: "affitto casa ma non a gay, animali e immigrati" - Roma cartello omofobo - Gay.it
< 1 min. di lettura

Un altro, ennesimo caso di ‘omofobia immobiliare’, se così si può definire, arriva quest’oggi da Roma. Sul web è diventato virale un cartello che recita, testualmente, “affittasi stanza immobiliata a 300 euro al mese. Tutto compreso, anche internet. NO immigrati (anche se regolari), NO gay, NO animali. Contratto regolare un anno“.

Siamo nel quartiere di Cinquina in via Tesauro, alla Bufalotta, e il cartello d’affitto è firmato tale signor Marcello. Come riportato da FanPage, l’appartamento in questione farebbe parte del patrimonio residenziale pubblico del Comune di Roma, in quanto edificato all’interno dei Piani di Zona del Comune. Si parla quindi di terreni espropriate da Roma Capitale, avvantaggiati da numerosi sgravi fiscali. L’illegalità è quindi doppia. Perché se è già di suo vietato dalla legge fare distinzioni in relazione a sesso, etnia, orientamento sessuale e religione, spicca anche e con evidenza il fatto che l’appartamento del signor Marcello avrebbe usufruito di numerosi benefici.

La speranza è che il comune di Roma, per volontà della sindaca Virginia Raggi, possa e voglia rapidamente intervenire, per ribadire ancora una volta come tutto ciò non sia solo umanamente deprecabile, ma anche sfacciatamente criminale.

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2 thoughts on “Roma, cartello omofobo: “affitto casa ma non a gay, animali e immigrati”

    1. Un conto è il quadro giuridico e non mi pronuncio su di esso, anche se non credo che il signore, giuridicamente parlando, abbia il diritto di selezionare gli inquilini in base alla provenienza geografica etc. Non affitto ai meridionali è legale? Credo di no. Lo stesso dicasi per gli stranieri. E credo che un conto sia affittarea qualcuno , un’altra cosa è convivere con qualcuno.
      Sul piano morale direi che discriminare in base all’orientamento sessuale o alla etnia è sicuramente sbagliato e dunque bene si fa a stigmatizzare questo episodio.

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