L’ultimo episodio di omofobia è successo sabato sera. Le vittime due ragazzi, che decidono di cenare fuori. Si dirigono quindi in via Libetta, nel quartiere di Roma Ostiense. Tenendosi per mano, cercano di entrare in un locale che pubblicizza l’Apericena prezzo fisso. Si dirigono alla cassa, pronti per pagare dopo essersi messi in lista, ma il buttafuori li blocca. “Non potete entrare” spiega l’uomo alla coppia. L’insistenza dei due uomini non convince il buttafuori, che alla fine dimostra tutta la sua omofobia: “Spiacenti, qui entrano solo coppie uomo-donna“.
Quel semplice gesto di tenersi per mano, come una qualunque coppia etero, non può assolutamente essere accettata dal buttafuori e dal locale. La coppia, impotente davanti l’omofobo, non può fare altro che tornare indietro e cercare un altro posto dove cenare.
Via Libetta a Roma è punto di ritrovo della movida che accoglie tutti
“Nel 2019 essere respinti in quanto coppia gay ci pare un’assurdità. Non eravamo lì per provocare ma per bere una cosa in pace. E invece…“. Queste le prime parole di Giovanni Marino, una delle due vittime dell’ennesimo attacco di omofobia. “Non eravamo lì in abbigliamento frou frou o trasgressivo, ognuno ha la sua sensibilità. Ma ci ha colpito molto l’atteggiamento ostile da parte del buttafuori” ha continuato, che ha confermato di non volere denunciare il locale per discriminazione. Aspirano solo alle scuse: “L’unica cosa che ci aspettiamo, sono le loro scuse“.
Subito è arrivata anche la denuncia da parte di Gay Center. Il suo portavoce, Fabrizio Marrazzo, ha affermato “Ci stiamo occupando del caso della coppia gay discriminata che non è stata fatta entrare nel locale di via Libetta a Roma“. Che ha poi girato un appello alla sindaca capitolina Virginia Raggi: “Chiediamo alla sindaca Raggi di effettuare i controlli e valutare le eventuali sanzioni, per un fatto gravissimo che non si deve verificare in nessun locale pubblico. Sembra di essere tornati alle leggi razziali. […] Faccio appello al governo affinché al più presto approvi una legge contro l’omofobia“.
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..e il nome del locale?? Vogliamo sapere non solo il peccato ma anche il peccatore. Oppure spiegateci almeno perché non potete/volete scriverlo. Grazie
Esatto. In questo modo non si fa informazione, ma pettegolezzo. Senza considerare che si eviterebbe che la stessa cosa succedesse a altri.
“ennesimo attacco di omofobia” sto par de palle se non si scrive il nome del locale, altrimenti siam bravi tutti a raccontare delle storielle anonime che lasciano il tempo che trovano e fiaccano la borsa perché sanno tanto di aria fritta di chi si lamenta e non ha i coglioni per denunciare con nomi e cognomi. Smettiamo di lamentarci e fare le vittime se non vogliamo cambiare le cose, grazie