In un reportage pubblicato oggi da ‘La Stampa’, Flavia Amabile racconta le due facce della prostituzione dei ragazzi nella periferia romana. Entrambe partono dalla stazione Termini ed entrambe seguono le fermate del bus 105, quello che arriva a Grotte Celoni. Ma le strade dei passeggeri si dividono presto: due italiani, Christian, 20 anni e Gino, 17, scendono a Tor Pignattara e si dirigono verso il cavalcavia della Tuscolana. Lì, in una zona con pochi palazzi e ancora meno lampioni, li attende il ‘capo’ e alcuni clienti. Ricchi, benestanti, quanto meno, scarpe nuove e macchinoni, disposti a pagare bene per qualche minuto dietro un cespuglio con quei due ragazzi.
Yuri e Nicola, invece, rumeni di 15 e 19 anni, continuano la loro corsa fino al capolinea. Scavalcano una recinzione e, in una conca illuminata appena dai lampioni lontani, attendono i loro clienti. Questa zona, si legge ancora nel reportage, è frequentata solo da operai, facchini, impiegati delle fabbriche e dei magazzini della zona. Si guadagna molto meno e solo se sei bravo, raccontano i due ragazzi rumeni.
Per Christian e Gino, l’orario di lavoro finisce presto. A mezzanotte tornano indietro con in tasca i soldi e tutta la notte per divertirsi. Youri e Nicola andranno avanti tutta la notte, perché oltre ai soldi per vivere e permettersi i vestidi alla moda, da quelle ore nella conca guadagneranno anche i soldi da mandare a casa ai genitori che non immaginano lontanamente da dove arrivino.
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