La star del rugby inglese Levi Davis, apparso anche in programmi tv come “X Factor: Celebrity” e “Celebs go dating”, è scomparso una settimana fa in Spagna. La madre, Julie Davis, non ha sue notizie dal 29 ottobre, quando ha postato una foto sui social da un pub a Barcellona, dove aveva fatto ritorno in barca dopo una vacanza a Ibiza. Delle telecamere di sicurezza lo vedono allontanarsi poi con un piccolo zaino nero e, da allora, Levi ha fatto perdere le sue tracce.
La notizia della sua scomparsa ha riempito negli scorsi giorni i tabloid inglesi, soprattutto dopo che la polizia spagnola ha ammesso di non aver propriamente iniziato le ricerche del ragazzo, anche se non sono stati fatti commenti ufficiali per dare spiegazioni. Julie Davis ha anche lanciato un appello al figlio in diretta tv a “Good Morning Britain” e le speranze che non sia accaduto nulla di grave rimangono alte. Nei giorni successivi alla scomparsa sono emersi alcuni particolari su Levi, come il fatto che avesse recentemente aperto un account OnlyFans e avesse pubblicato la sua prima foto di nudo proprio il giorno prima della scomparsa.
Sono tutti elementi presi in considerazione anche se la madre, preoccupata per la sua situazione negli ultimi mesi, ha fatto luce sulla salute mentale del ragazzo. A soli 24 anni, Levi ha già dimostrato il suo incredibile talento, arrivando in poco tempo a giocare come ala per Worthing Raiders nella National League 2 South. Nel 2020, durante un’intervista con il Daily Mail aveva fatto coming out come bisessuale, diventando così il primo giocatore di rugby a fare coming out nel pieno della sua carriera.
Levis aveva anche dichiarato che prima di fare coming out aveva vissuto in uno stato d’ansia che tuttavia, secondo le recenti dichiarazioni della madre, non si sarebbe affievolito successivamente. Anzi, Levi sarebbe entrato in uno stato di depressione dovuto a certe pressioni nell’ambiente sportivo, soprattutto di natura discriminatoria e razziale. «Diceva che ama ancora il gioco, ma non era sicuro di avere un futuro. Sono grandi decisioni di vita, tutto era in sospeso per lui, ma penso che ne avesse abbastanza del rugby inglese». A questo si sarebbero aggiunti anche dei problemi riguardanti i soldi su cui però le dichiarazioni non si sono soffermate.
Non si conosce nulla di specifico sulla scomparsa di Levi Davis, ma i problemi di salute mentale degli scorsi mesi sono stati, sempre secondo Julie Davis, decisamente sorvolati dalla società sportiva che lo rappresenta. Erano molto frequenti anche importanti sbalzi di umore improvvisi, ma i compagni di squadra non hanno parlato di eventi di questo tipo.
Il tema della salute mentale negli ambienti sportivi è uno di cui si parla candidamente da pochi anni. In passato gli atleti erano per lo più scoraggiati dal parlare pubblicamente dei propri problemi, soprattutto quelli che riguardavano possibili disagi legati a disagi o problemi personali. Negli ultimi anni, invece, diversi personaggi del mondo dello sport hanno parlato apertamente dei vari problemi che si trovano ad affrontare.
È il caso, ad esempio, del campione olimpico Michael Phelps, che ha parlato della sua lotta con la salute mentale, la depressione e l’abuso di sostanze, o Naomi Osaka, che ha dichiarato di soffrire di attacchi di depressione dal 2018. Anche Serena Williams si è aperta sulla sua salute mentale e la campionessa di wrestling Ronda Rousey ha confessato di aver contemplato il suicidio dopo una sconfitta subita nel 2015.
Quello dello sport è un mondo altamente competitivo e la pressione sugli atleti è all’ordine del giorno. Le aspettative delle società sportive e dei fan, unite ai duri allenamenti a cui si sottopongono, possono avere conseguenze a livello mentale se non si è affiancati da un aiuto specializzato per affrontarli. Il tutto, però, troppo spesso viene sminuito o non preso sul serio, dalle società quanto dai media, rischiando così che gli atleti si sentano soli in questa lotta. Il caso di Levi Davis potrebbe essere l’ennesimo che dimostra come una conversazione chiara e aperta della salute mentale nello sport non sia solo necessaria, ma anche impellente.
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