Oggi 60enne, Rupert Everett ha fatto coming out in tempi in cui la dichiarata omosessualità pesava come un macigno, in quel di Hollywood, tanto da tarpargli le ali e frenare la sua carriera d’attore.
Intervistato nel corso del programma radio “Desert Island Discs”, Everett è tornato a parlare del proprio passato, con gli uomini della sua famiglia che passavano i weekend in barca e a giocare a golf, facendo un inatteso coming out. Perché lui odiava quei fine settimana al maschile, preferendo passare il proprio tempo con sua madre, sua nonna e sua zia.
Le adoravo. Volevo essere donna. Non mi piacevano gli uomini. Non mi fidavo di loro. Tutti gli uomini della mia famiglia andavano in barca a vela e giocavano a golf: due cose che trovavo indicibilmente cupe. Io amavo le collane, i reggiseni e tutto quel genere di cose: accoccolato a mia mamma, mia nonna e a mia zia. Da bambino non avevo capito come interagire con gli altri maschi, fino a quando all’età di 15 anni ho lasciato la scuola pubblica, e a quel punto non ho più voluto essere una ragazza. Mi è davvero piaciuto essere gay.
Rupert ha poi ricordato la tragicità dei primi anni ’80, segnati dalla devastazione dell’AIDS.
Ovviamente non dico che il dramma vissuto da me era paragonabile al dramma di chi era sieropositivo all’epoca, ma per tutti i soggetti coinvolti fu un momento terrificante. Ho perso tanti amici e … penso di essere diventato un po’ pazzo. Nei primi film a cui ho partecipato continuavo a pensare, “Mio Dio, cosa succede se improvvisamente mi ritrovo con questa malattia proprio di fronte alla telecamera?”.
L’ultimo film di Everett, da lui diretto, interpretato, prodotto e sceneggiato, è stato The Happy Prince – L’ultimo ritratto di Oscar Wilde.
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