Un’inchiesta scomoda, quella che il mensile gay Babilonia ha voluto avviare nel numero di dicembre e nella quale passava al vaglio le sei saune a clientela gay milanesi, giudicandole in base a severi parametri e assegnando a ciascuna una votazione. L’inchiesta, apparsa a firma di Leif Eriksson, sarebbe valsa alla redazione una visita poco gradita da parte del gestore di una delle saune con votazione più bassa, che non avrebbe voluto rinunciare a dire in faccia al direttore della testata Mario Anelli cosa ne pensasse dell’indagine da lui pubblicata. L’episodio, che né Anelli né la "sauna lesa" desiderano commentare, assume contorni incerti: pare che la protesta sia avvenuta in forme decisamente poco urbane, anche a causa di un energumeno che avrebbe accompagnato il gestore del locale intimidendo il direttore. Secondo alcuni sarebbero addirittura volati degli schiaffi, anche se Mario Anelli ci tiene a precisare che se ci fosse stata aggressione, sarebbe partita la denuncia.
L’episodio, tuttavia, è destinato a lasciare pesanti strascichi da ambo le parti: Babilonia avrebbe, anche in seguito all’accaduto, deciso di rinunciare a proseguire questo tipo di indagine presso altri locali, milanesi e non. Sembrerebbe chiaro che si vuole evitare di rendere ancora più incandescente una situazione che rischierebbe di togliere alla rivista il sostegno pubblicitario proveniente dai locali, e necessario alla sopravvivenza. Pare che lo stesso direttore potrebbe parlarne nell’editoriale nel numero di gennaio della rivista.
Alcuni gestori delle saune protestano: se il titolare della Magic Sauna preferisce evitare di rilasciare qualsiasi dichiarazione, dall’Alexander’s Club sono più categorici e minacciano denunce. "Ero presente io nel giorno in cui è stata effettuata la visita – afferma Maurizio, gestore del locale – e non mi sembra che la situazione fosse quella descritta. Probabilmente è stata una inchiesta costruita per la sauna che ha comprato l’inserzione più sostanziosa, perché è chiaro che se vai in sauna un sabato o una domenica, è logico che trovi più gente di quella che trovi durante la settimana [la visita all’Alexander’s è stata fatta di lunedì, ndr]". Riguardo alle valutazioni sulle condizioni igieniche del suo locale, Maurizio precisa che "non siamo noi, ma i clienti stessi, noi gay, che riduciamo i locali nello stato pietoso, come dicono loro, perché di certo non vado io a sporcare la roba…".
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