Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto celebrare la Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, come già accaduto nel 2020.
“È l’occasione per ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza e, dunque, per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”, ha sottolineato il Capo dello Stato.
Le attitudini personali e l’orientamento sessuale non possono costituire motivo per aggredire, schernire, negare il rispetto dovuto alla dignità umana, perché laddove ciò accade vengono minacciati i valori morali su cui si fonda la stessa convivenza democratica. La società viene arricchita dal contributo delle diversità. Disprezzo, esclusione nei confronti di ciò che si ritiene diverso da sé, rappresentano una forma di violenza che genera regressione e può spingere verso fanatismi inaccettabili. La ferita inferta alla singola persona offende la libertà di tutti. E purtroppo non sono pochi gli episodi di violenza, morale e fisica che, colpendo le vittime, oltraggiano l’intera società. Solidarietà, rispetto, inclusione, come ha dimostrato anche l’opera di contrasto alla pandemia, sono vettori potenti di coesione sociale e di sicurezza.
Parole chiare che ribadiscono l’urgenza di una legge contro l’omotransfobia, attualmente ferma in commissione al Senato e con la Lega pronta ad inondarla di emendamenti. Anche lo scorso anno Mattarella celebrò pubblicamente la Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. Chissà se Mario Draghi, da 3 mesi premier e in 3 mesi mai intervenuto sull’argomento “omotransfobia”, seguirà il Capo dello Stato, rompendo quell’insostenibile silenzio che a 93 giorni dal suo giuramento si è fatto fastidosamente assordante.
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Fino a ora neanche una parola da parte del Presidente del Consiglio Draghi. Un silenzio grave e assordante, oltre che un passo indietro preoccupante rispetto agli ultimi anni in cui Conte si era espresso in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia.