Quanti di voi hanno amici maschi etero che hanno capito, con invidia, quanto sia semplice trovare partner sessuali usando le chat gay di incontri? In questo pensiero c’è certamente del vero, e mi sono chiesto: vista questa semplicità, qual è la percezione del pericolo di contrarre MST (Malattie Sessualmente Trasmissibili) per chi sfrutta queste occasioni?
Per qualche giorno mi sono addentrato in uno dei siti di dating più longevo in Italia: creando un alter ego fittizio (insomma: un fake) ho chattato con più di 200 uomini con l’intento di vedere quante persone avrebbero accettato di fare sesso bareback (sesso non protetto). E i risultati sono allarmanti.
La mia esperienza non ha nessuna valenza statistica, il campione è assolutamente casuale e l’esperienza è viziata da svariati fattori, eppure mi sembra importante scriverne.
Ho creato un profilo il più appetibile possibile: 22 anni, bel fisico, foto profilo di un ragazzo carino (ma non troppo) e, soprattutto, inesperto in fatto di sesso e desideroso di sperimentare. Di quei 200 uomini (dai quali ho scartato chi non ha voluto rispondere) 32 hanno detto immediatamente di no. Molte di queste persone hanno tentato di dissuadermi, qualcuno si è speso per spiegarmi i rischi. In 24, di quei 200, hanno risposto che avrebbero valutato una volta incontrati. Ammettiamolo, il ragazzo ritratto in foto è particolarmente attraente ed è, dunque, possibile che queste persone abbiano nicchiato per potervi andare a letto. Per i rimanenti 144, invece, non ci sarebbero stati problemi a fare sesso non protetto.
Internet è il luogo perfetto per mentire. La frase che ho usato per proporre la cosa è questa (con qualche modifica caso per caso): «Io non ho mai fatto sesso “per bene”. Solo una volta ma mi piacerebbe farlo “al naturale”! Ho fatto coming out da poco… io sono sano al 100% (anche perché ho talmente poca esperienza…). Se tu sei un tipo a posto, ti andrebbe?». E in molti hanno accettato.
Mi sono concentrato a “convincere” sopratutto coloro che nel proprio profilo hanno segnato “sesso protetto sempre”, per vedere quanto sia radicato il senso del rischio nell’avere rapporti sessuali non protetti a fronte di una proposta all’apparenza sicura. E la sensazione è che molti ignorino due punti cruciali: non fidarsi mai di nessuno, in tema di sesso, essendo consapevoli dei rischi, poiché nessuno è immune alle malattie sessuali. Inoltre, su internet è semplicissimo celare la propria identità, occultare la propria storia. Dunque nessuno vieta a nessuno di potersi inventare di sana pianta la propria biografia. Fattore, quest’ultimo, assolutamente effimero, che innesca nelle menti false immagini dell’altro. Immagini che, come vedremo, condizionano le scelte personali.
Ammetto di aver usato un escamotage: ho parlato a ora tarda con la maggior parte degli uomini che hanno accettato la proposta di sesso non protetto. In particolare, tra mezzanotte e le due del mattino. Non celo il fatto di aver scelto apposta l’orario: non bisogna essere particolarmente esperti o avere un’immaginazione esagerata per sapere che verso sera le persone a caccia di scappatelle sono più disponibili a concludere in fretta. Inoltre, gioca un forte ruolo il fattore “fantasia”: sarei intellettualmente disonesto (e pure un po’ coglione) a non pensare che buona parte di quegli uomini stesse solo accrescendo la propria eccitazione del momento, piuttosto che assicurarmi una performance bareback. Ma questo non esclude – anzi, probabilmente lo conferma – che nel momento dell’azione molte persone si dimentichino dei rischi delle MST per lasciarsi prendere dalla passione senza pensare alla prevenzione.
Da questo esperimento ho tratto questa conclusione: serve lavorare sull’autocoscienza in fatto di salute. Fare sesso è innegabilmente uno dei piaceri più intensi per una persona, ma è fondamentale essere consapevoli dei rischi e prendere tutte le precauzioni del caso. Ripetiamolo ancora una volta: fare sesso non protetto, in particolare sesso anale (passivo o attivo che sia), mettere sempre a rischio la salute. Sempre. Non è una questione di moralismo, ma di responsabilità.
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Mi sorprendo della sorpresa: gli studi condotti da tempo ci dicono che l'uso del preservativo nella comunità MSM è in costante diminuzione da quasi vent'anni. E' una questione che era già stata posta tantissimi anni fa da alcuni associazioni londinesi sulla riduzione del rischio. Continuare a ripetere come un disco rotto di usare il preservativo non funziona, questo è evidente. Si dovrebbe ripensare la strategia in proposito. Per altro il calo dell'uso del preservativo è implicito nelle cose, se vogliamo, ce lo aspettavamo un po' tutti. Poi ovvio, in Italia le associazioni gay non si sono proprio più poste l'interrogativo dopo il 2000, la questione sanitaria è scomparsa dall'agenda e solo ultimamente qualche piccola iniziativa è stata fatta rispetto il processo di auto-consapevolezza spingendo ad esempio a fare il test salivare (è stata fatta una piccola campagna nelle saune). Ma è la prospettiva che si utilizza che è radicalmente sbagliata e dovrebbe partire dal dato reale e non da un'analisi di tipo morale o dalle proprie aspettative e desiderata. Non funziona così una campagna sulla prevenzione.
Chi è sieropositivo e propone sesso non protetto sapendo di poter infettare va arrestato e condannato.
Con buona pace della responsabilità personale. Non usare il preservativo è una scelta personale e nel momento in cui lo fai te ne devi assumere la responsabilità, al di là dell'hiv, che non è così facile da contrarre comunque, ci sono un'infinità di altre MST. Insomma non è che se tu vai in sauna e ti fai scopare a ripetizione senza preservativo eppoi scopri di aver contratto una MST la colpa è di chi te l'ha trasmesso: sai le risate che si fanno in fase giudiziaria se gli racconti una roba del genere. O che hai scopato senza preservativo col primo che hai incontrato su Grinder. Riflettete sui fatti, per cortesia.
Chissà perchè non ci trovo niente da ridere. E ci sono già sentenze molto chiare: proporre di far sesso non protetto sapendo di poter infettare configura la volontà di infettare attendando alla salute altrui. La responsabilità penale è personale: l'atto costituisce una fattispecie in sè molto chiara, indipendentemete dal comportamente non prudente o non accorto della vittima. Che poi gli altri non siano stati prudenti ad accettare, è come dire che una vittima di una violenza fisica o sessuale se l'è andata a cercare uscendo di casa invece di stare a casa la sera, e con ciò questo in qualche modo sminuirebbe la responsabilità dell'autore della violenza, e non mi pare un ragionamento da Stato di diritto. C'è poco da ridere, e c'è poco da riflettere, la giurisprudenza parla chiaro.
Se leggi bene, io faccio riferimento a casi specifici di promiscuità, mentre per una condanna ti serve di poter provare che il contagio sia riconducibile a un singolo atto sessuale e non a un altro. Per questo le (poche) condanne che sono avvenute in Italia sono sempre relative al contagio di partner diciamo fissi, tanto più che la possibilità di contrarre il virus durante un singolo rapporto è piuttosto bassa, per cui è in generale necessaria la ripetizione dello stesso.
informati prima di sparare cazzate i sieropositivi che si curano per bene con i retrovirali e hanno 0 di virus rilevato da molto tempo non infettano nulla!!
Benissimo, se è così non verranno accusati, poiché potranno dimostrare di aver fatto sesso non protetto senza mettere a rischio la salute del partner. Ma se non è così, poiché non tutti riescono ad arrivare a zero rilevato, allora sono colpevoli. Io sono informato, e non insulto gli altri per far valere le mie opinioni. La prego di informarsi Lei, egregio Signor Rebelde, chieda bene: solo una parte dei sieropositivi riesce ad azzerare, questo glielo confermano tutte le persone che ne sanno qualcosa. Questa moda di voler avere ragione aggredendo gli interlocutori sul web non mi è mai piaciuta, forse sarebbe il caso di far diventare gay.it un sito differente, per esempio di discussione intelligente e civile, lasciando i frustrati e i maleducati volgari a insultarsi a vicenda in altri siti spazzatura.