SIAMO TUTTI DEVIATI?

Lo psichiatra Enzo Spatuzzi, in merito alle dichiarazioni della Binetti che giudica i gay come deviati, dice: «È un autogol.Uno psichiatra ha come unico obiettivo quello di rendere le persone libere»

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Le recenti dichiarazioni sull’omosessualità della senatrice ‘teodem’ Paola Binetti («l’omosessualità è una devianza della personalità») hanno suscitato molte critiche e reazioni. A noi appare molto inquietante che la professoressa Binetti dia gran risalto ai propri ‘titoli’ (psicoterapeuta, specialista in psicologia clinica e in neuropsichiatria infantile) e poi si lanci in dichiarazioni televisive pseudo-scientifiche che rischiano anche di avere un impatto negativo sulla vita e sulla qualità della vita di molte persone. Soprattutto in un momento nel quale il dibattito sui diritti delle coppie omosessuali conviventi è molto acceso e vede la senatrice Binetti pesantemente ‘in trincea’.
Noi abbiamo voluto sentire altri pareri dalla comunità scientifica che si occupa di salute mentale e tramite il dott. Nicola Gianmarco Ponsillo, Presidente dell’AIPSI-MED, Associazione Italiana Psichiatri, siamo entrati in contatto con Enzo Spatuzzi, psichiatra clinico nonché scrittore. «Come il dott. Ponsillo – ci ha detto il dott. Spatuzzi – mi reputo uno psichiatra clinico, con impegno diretto nel sociale e che ritiene che alla teoria debba sempre tener dietro una prassi, altrimenti quello dell’intellettuale sarebbe solo un esercizio di stile e nulla più. Credo che le lotte degli omosessuali per non essere discriminati e marginalizzati siano sacrosante».
Qual’è la posizione della sua associazione su questo: l’omosessualità è una caratteristica o una devianza della personalità?

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Dico subito ed esplicitamente che parlerò esclusivamente secondo la mia coscienza di uomo e di clinico che effettua una professione d’aiuto a vantaggio di un disagio assai stridente quale quello psicologico, non pretendendo affatto di rispecchiare il pensiero e le teorie di tutte le “anime”, anche discordanti e conflittuali, che compongono il movimento psichiatrico italiano. Per me essere omosessuali è una condizione, oserei dire “un fatto” e quindi alla domanda secca risponderò seccamente che essa è solo una caratteristica della personalità e quest’ultima, la personalità, è la modalità più frequente di una persona di essere nel mondo e di reagire ad esso».
Per giustificare la propria scelta, la Binetti ha detto che è sua opinione che l’omosessualità sia “un comportamento molto diverso dalla norma iscritta in un codice morfologico, genetico, endocrinologico e caratteriologico”; come psichiatra clinico qual’è la sua interpretazione di quello che va dicendo?
Per me che da tecnico sono riuscito a decodificare il suo pensiero, questa visione risulta essere assai parziale e ad usum delfinii per motivare idee e spiegazioni castranti della estrema ricchezza dell’individuo omosessuale, anche perché non solo non v’è un atteggiamento di comprensione, ma anche perché al servizio del rifiuto dell’altro da sé, soprattutto di chi non si conosce e, probabilmente per questo, se ne ha estrema paura. In ogni caso a livello internazionale l’omosessualità non si trova più inclusa nelle classificazioni psicopatologiche. Piuttosto la persistenza di pregiudizi, che vale per tutte le minoranze di sani e malati, è ancora purtroppo e come lei ben sa, assai viva verso gli omosessuali. Sono estremamente sorpreso che la dott.ssa Binetti faccia un “autogol” così marchiano nel momento in cui chi fa la professione di psichiatra ha come unico obiettivo quello di rendere le persone libere, libere da angosce, da papà, da mammà, dalle malattie, dagli psichiatri stessi e, quindi, farebbe un grave tradimento della professione nel momento in cui ella pensasse di operare incanalando e incarcerando comportamenti all’interno di norme iscritte in codici quali che siano».
La scelta di definizione per la quale ha optato la dottoressa Binetti sarebbe in linea con le posizioni della maggioranza degli psichiatri italiani?
Ritengo decisamente di no…
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La scelta di definizione per la quale ha optato la dottoressa Binetti sarebbe in linea con le posizioni della maggioranza degli psichiatri italiani?
Ritengo decisamente di no. Questa mia affermazione è suffragata anche da un’indagine statistica al nostro interno oltre che fra i colleghi che non ne fanno parte. È questa un’idea personalissima della Binetti che il sottoscritto non condivide e che non ha neppure un provato e suffragato appiglio scientifico, ma è ideologicamente dettata dal suo far parte di un movimento politico di matrice cattolica. Io stesso e molti altri colleghi lo siamo (cattolici), ma siamo su posizioni del tutto antitetiche».
Binetti si è giustificata dicendo che esistono diversi ‘modelli’ in psichiatria o medicina. In psichiatria come vengono scelti i modelli appropriati, etici e soprattutto sicuri per essere usati nella professione?

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I modelli in psichiatria, come nelle altre scienze umane, sono una risorsa per conoscere meglio ciò che è sconosciuto e quindi portare soccorso al meglio e non dovrebbero essere al servizio di linee di tendenza, per ribadire l’ipse dixit aristotelico, o per giustificare teorie non condivise. Con questo utilizzo, tra l’altro, correrebbero anche il rischio di esser decisamente e recisamente sconfessate da chi ha altri modelli e poteri più forti. Quindi come dicevo, i modelli in psichiatria rappresentano una risorsa per la comprensione e per l’intervento d’aiuto e non sono assolutamente degli strumenti da usarsi a mano armata».
È noto che la senatrice Binetti è devota cattolica e fa parte dell’Opus Dei. Ritiene che certe affermazioni della dottoressa Binetti possano indurre a pensare che sotto certi aspetti le sue credenze religiose possano influire in qualche modo sulla sua capacità di essere scientificamente obiettiva su queste tematiche?
Credo di non rintracciare alcuna relazione tra le credenze religiose della dott.ssa Binetti, la sua fede cattolica e l’obiettività scientifica delle sue affermazioni circa la tematica e che, quindi, le prime non abbiano potuto influire sulle seconde. Le ripeto, anche fra i cattolici vi sono posizioni ideologiche e scientifiche assai dissonanti. Altrimenti ci troveremmo in piena era galileiana e persino tolemaica. Non si può nascondere che una parte del pensiero scientifico le condivida appieno ed il dibattito è aperto. Ma quello che lei afferma della donna di fede Binetti non fa affatto onore alla scienziata pur se senatrice Binetti. Sono sempre fiducioso del fatto che un uomo di scienza sia capace di ravvedersi condotto dal metodo, per l’appunto, scientifico che la smentisca e che non utilizzi la fede per suffragare le sue posizioni teoriche che, altrimenti, la farebbero sprofondare nel buio della superstizione o nel bigottismo. A meno che il tutto non sia utilizzato in maniera maliziosamente strumentale».
In Parlamento la senatrice Binetti si oppone a ogni forma di riconoscimento dei diritti di coppia degli omosessuali. Come psichiatra Binetti in televisione ha dato l’impressione a molti di voler descrivere gli omosessuali come persone deviate e con problemi di personalità. Per qualcuno la dottoressa Binetti potrebbe stare usando il suo status di psichiatra per fini politici. Lei ritiene che questo tipo di comportamento sia un uso eticamente appropriato della psichiatria?
Non mi è mai capitato di seguire programmi in tv che vedessero la Binetti come protagonista od ospite, quindi non sono in grado di confermare l’impressione riferita. La sua attività parlamentare non può essere di per se stessa disdicevole o condannabile visto che, evidentemente, è il portato di una parte dell’elettorato che ella rappresenta e che si aspetta esattamente questo da lei. Esecrabile sarebbe invece l’utilizzo di quello che lei definisce quale status di psichiatra per fini politici, perché un medico assolutamente non può essere fazioso; può si portare avanti con passione idee in cui crede anche teorico-scientifiche, ma certamente il fine dovrebbe essere sempre il bene della scienza ed il vantaggio per i sofferenti e giammai la vittoria politica. Da ultimo devo ammettere con sofferenza profonda che una parte anche grossa degli psichiatri, da sempre è stata usata e si è fatta usare dal potere costituito: abbiamo fatto passare per matti oppositori politici o gli omosessuali chiudendoli in manicomio, abbiamo interdetto persone sane per interesse, abbiamo fatto passare per devianti ideologie di opposizione ai regimi che ci foraggiavano, abbiamo annientato cervelli di uomini e donne che volevano godere o che non erano produttivi. Spesso dove parla uno psichiatra ancora oggi v’è il potere. Teoricamente anche questo comportamento della senatrice Binetti può essere in linea con quanto su riportato. Ma facendo un lavoro che mi porta a stretto contatto con la grave sofferenza psichica devo essere per forza ottimista e lo sono anche in questo caso: sono sicuro che ogni persona di buona volontà sappia decodificare messaggi strumentalizzanti e quindi eticamente non appropriati, da quelli inviati in buona fede e senza alcun secondo fine».
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