Si chiama Nahuel Guzmán, è il portiere della squadra Tigres de Mexico e della nazionale argentina. Per portare avanti la sua battaglia personale contro la discriminazione nel mondo dello sport e in particolare l’omofobia nel calcio, ha deciso di tingersi i capelli con tutti i colori dell’arcobaleno.
A seguito del suo gesto, ha spiegato, tramite la sua pagina Instagram:
Questo è un messaggio contro l’omofobia nella società in generale, ma soprattutto nel mondo del calcio. Anno 2020 sul Pianeta Terra. Casi di discriminazione omofoba sono ancora presenti nella nostra società e il calcio non fa eccezione. Comprendere la nostra enorme diversità sociale e promuovere i diritti per l’inclusione è un impegno di tutti.
Infatti, anche in Italia i casi di omofobia nel calcio non sono certo una novità. Negli ultimi mesi del 2019, delle partite erano state sospese per alcuni minuti in Francia e in Brasile dall’arbitro a causa di cori di chiaro stampo omofobo che arrivavano dagli spalti. Una ricerca ha confermato inoltre che il 60% dei tifosi LGBT hanno subito atti di discriminazione per il loro orientamento sessuale.
Molti giocatori contro l’omofobia nel calcio
Il gesto di Nahuel Guzmán è stato accompagnato in passato da molte altre dimostrazioni di vicinanza da parte di altri giocatori e iniziative, come ad esempio la decisione di indossare dei lacci rainbow. Inoltre, per il portiere farsi una tinta rainbow è solo l’ultimo gesto contro le discriminazioni. Oltre all’omofobia nel calcio, Guzmán si è esposto anche a favore di Santiago Maldonado, un attivista indigeno poi ucciso dalla polizia, indossando una maglietta con la scritta “Dov’è Santiago?“.
https://www.instagram.com/p/B7OyD6YgK6G/
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Coinvolgere gli etero, in primis gli uomini etero, nella lotta contro l'omofobia è una cosa che il movimento lgbt dovrebbe porsi come priorità.