Negli ultimi anni il mondo del porno gay è stato sempre più sdoganato, tant’è che è diventato uno sbocco professionale per concorrenti di reality, modelli, figli di star televisive e web celebrity. Tuttavia il caso forse più emblematico degli ultimi tempi è stato quello del calciatore professionista Jonathan De Falco, che da qualche mese è noto come il porn performer Stany Falcone. Per conoscere un po’ meglio il suo caso, anche alla luce del difficile rapporto fra calcio e omosessualità, abbiamo quindi deciso di rivolgergli direttamente qualche domanda.
In Belgio sei stato calciatore professionista dal quando avevi 20 anni, nel 2004, giocando 50 partite nel campionato di serie C e 85 in quello di serie B, poi sei arrivato al Racing Club Mechelen nel 2010, dove avresti dovuto giocare per due anni. Quindi hai avuto un incidente e hai dovuto lasciar perdere il calcio agonistico. Con questa carriera, però, avresti potuto fare l’allenatore di una squadra giovanile, o comuqnue rimanere in ambito sportivo. Perchè hai scelto il porno?Ho avuto un incidente all’occhio destro, e i medici mi hanno detto che per me era troppo rischioso continuare a giocare a calcio. A quel punto, però, mi sono detto che – non dovendo più fare i conti con l’ambiente del calcio – potevo finalmente iniziare a vivere liberamente la mia omosessualità, con la mente e con il corpo.
Come hai iniziato col porno? All’inizio ti sei sentito a disagio?Sono entrato nel porno dopo aver conosciuto casualmente un produttore della francese crunchboy.fr, che mi ha invitato a realizzare il mio primo DVD: Paris sex tour of Stany Falcone. Nel frattempo si era sparsa la voce e ho iniziato a girare video anche per case. Mi sono sempre sentito a mio agio con questo lavoro, perchè è esattamente quello che voglio fare in questo momento.
Il tuo nome d’arte si ispira al tuo vero nome, che sembra di origine italiana.Esatto, sono di origine italiana (napoletano al 50%), e quando ero piccolo andavo spesso in Italia a trovare i parenti a Napoli, Bari, Foggia…
Tu vivi a Bruxelles, in una nazione molto progredita in fatto di diritti gay, pensi che questo abbia influito sulla tua decisione di fare coming out e dedicarti al porno gay?Ciò che mi ha spinto a cambiare vita è partito solo da me. Dopo il mio grave incidente mi sono reso conto che in realtà non vivevo la mia vita, così ho deciso di cambiare le cose. Basta pochissimo per perdere tutto, e quindi bisogna la vivere la vita con coerenza e nel modo migliore possibile, seguendo la propria natura senza paura. Ora non vivo più in funzione degli altri, ma per me stesso. Quando ero un calciatore nessuno sapeva che ero gay: è complicato da spiegare, ma questo mi portava a vivere una doppia vita che mi creava disagio. Ad ogni partita pensavo a come sarei stato insultato dai tifosi se lo avessero saputo. Nel calcio c’è una grande mancanza di tolleranza e rispetto, soprattutto negli stadi.
In Italia il calcio è una religione, e l’idea di un calciatore gay è una specie di eresia. Pensare a un ex calciatore gay come te, che vive una relazione aperta ed è anche porno attore, è pura fantascienza. Ti sentiresti di dire qualcosa ai calciatori italiani e ai loro tifosi?Non ho lezioni per nessuno. Però penso che ogni essere umano abbia il diritto di vivere la sua vita, e per questo è necessaria la cultura del rispetto e della tolleranza. Se in Italia il calcio è come una religione, bisognerebbe ricordare che le religioni dovrebbero promuovere il rispetto, la tolleranza e l’amore per il prossimo. Forse è arrivato il tempo che la gente si guardi allo specchio, invece di giudicare. Dopotutto siamo nel ventunesimo secolo.
La tua famiglia e i tuoi amici sono al corrente della tua nuova vita? Come l’hanno presa?Famiglia e amici sanno tutto, e non è mai stato un problema per chi mi ama veramente. Da quando gliel’ho detto li ringrazio ogni giorno per il loro affetto e il loro sostegno.
Cosa ti piace di più e cosa ti piace di meno nel mondo del porno?Quello che mi piace di più è essere filmato, pensando che poi la gente può vedere tutto. Mi piace tantissimo l’idea di far godere chi vede le mie performances, mi fa stare bene. Quello che mi piace di meno è la disorganizzazione di certe produzioni.
Evidentemente si vede che quello che fai ti piace, visto che sei già stato nominato per il premio del miglior nuovo performer agli Husltlaball Hawards che si terranno a Berlino in ottobre.Per me è stato anche troppo essere nominato. Non mi interessa ottenere dei premi e non prendo questa cosa come una competizione. La mia soddisfazione è quella di dare piacere alla gente, non aspiro ad ottenere dei premi per questo.
Vuoi dire qualcosa ai tuoi ammiratori italiani?Li ringrazio per apprezzarmi, e vorrei fargli sapere che comunque hanno di fronte una persona semplice e alla mano.
Se volete votare Stany Falcone agli Hustlaball Howards potete farlo cliccando qui.
di Valeriano Elfodiluce
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