Quanto hanno pesato gli Stati Uniti nella legge sulle unioni civili in Italia? La domanda, lecita, nasce dopo aver visto con quale impegno l’amministrazione di Barak Obama ha portato avanti in questi sette anni, ma in particolare negli ultimi tre e cioè nel secondo mandato di Obama, la tutela delle comunità LGBT a livello mondiale. Una domanda che vorremmo proprio girare all’ambasciatore statunitense in Italia.
La curiosità nasce da una confessione fatta ai media dal vicepresidente Joe Biden, il quale ha rivelato di aver incalzato personalmente quattro leader mondiali sui diritti LGBT. Il vicepresidente è sempre stato uno dei più forti sostenitori dei diritti della nostra comunità all’interno dell’amministrazione Obama, tanto da aver convinto il Presidente a prendere posizione a favore del matrimonio egualitario.
Parlando recentemente al World Economic Forum che si tiene a Davos, il vicepresidente Biden ha rivelato quanto sia stato forte l’impegno e lo sforzo politico presso presidenti e primi ministri di paesi noti per la loro omofobia.
“Ho avuto scontri diretti con almeno 4 capi di Stato su questo argomento”, ha detto Biden.
Inoltre il vice di Obama ha attaccato il concetto secondo cui alcune “culture” non accettano l’omosessualità: “Le persone LGBT devono fronteggiare discriminazioni, violenze, trattamenti ingiusti, persecuzioni della polizia, rifiuti di cure mediche e isolamento sociale..sempre nel nome della “cultura popolare”- Io ne ho abbastanza di questa “cultura”- La vera cultura non giustifica la discriminazione, la violazione dei diritti umani né tutto il resto. Non esiste una “giustificazione culturale”. Mai. Come può un Paese difendere tutto ciò dietro la parola cultura? L’uomo è stato pure cannibale e questo fa parte della “cultura”. L’uomo ha fatto eccidi vergognosi, è “cultura” questa? (…) il progresso dell’umanità è sempre stato verso una maggiore accettazione dei diritti degli altri”.
Nonostante Biden abbia taciuto i nomi dei quattro leader con cui si è scontrato, ci si chiede se ci siano state pressioni da parte del Dipartimento di Stato Americano affinché anche l’Italia, alleato storico degli Stati Uniti, si dotasse finalmente e in tempi brevi di una legge a tutela delle coppie LGBT. Cosa che, guarda caso, è avvenuta negli ultimi tre anni. Senza nulla togliere al lavoro dei parlamentari italiani, Monica Cirinnà in testa, l’impressione che gli Stati Uniti abbiamo fatto pressioni se non altro per contrastare quelle uguali e contrarie del Vaticano è notevole.
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Qui si fa un po’ di confusione l’articolo parla di capi di Stato e come e noto il nostro non partecipa al processo esecutivo come nel caso delle repubbliche presidenziali. Noi abbiamo un premier che si presenta alle camere dove ottiene la fiducia e in base a quella governa. Questo va ricordato perché pare che molti continuino a parlare di premier non eletto cosa che in Italia secondo la costituzione di cui molti ultimamente si ergono paladini non è previsto. Escludo che Biden. abbia sollecitato a Renzi l’approvazione semplicemente perché è stato Renzi fin dalle primarie del 2014 a volere la legge.