La celebrità l’ha raggiunta, soprattutto negli States, grazie a copertine di cd, nemmeno particolarmente audaci, di big musicali quali Rolling Stones, Lou Reed e David Byrne. Ma la carriera di Stefan Sagmeister, graphic designer quarantacinquenne austriaco, ha sempre puntato sulla trasgressione.
Quando lavorava per l’agenzia pubblicitaria di Leo Burnett a Hong Kong, invitato a disegnare un poster per una premiazione, propose un’immagine della tradizione iconografica cantonese con quattro deretani maschili nudi in bella mostra. Fu scandalo. Alle proteste che fioccarono da tutte le parti rispose candidamente: «Chi è quello str… che ha disegnato questo manifesto?». Per il gala della Gay and Lesbian Task Force, dove doveva realizzare un’opera con tema ecologico, pensò bene di presentare un cesto pieno di frutta fresca scatenando le ire delle principali associazioni glbt presenti.
Eppure Sagmeister piace, e le sue provocazioni lasciano il segno. Il suo slogan che fece parlare di lui negli anni ’90 – e che ora ritratta, ovviamente – è molto semplice e incisivo: "style = fart", insomma "lo stile è una scorreggia".
Ossessionato dall’idea ‘tipografica’ di graphic design, ossia di scritte ripetute a nastro per decorare i suoi soggetti, fu lanciato da una sua immagine che divenne un’icona del body fetish e ne fece una sorta di San Sebastiano postmoderno: il suo corpo nudo coperto da incisione grafiche raffiguranti singole parole o intere frasi, realizzate con veri tagli sulla pelle da un suo collaboratore nell’arco di una sessione di otto ore. Suo è il manifesto del film ’23’ col volto di Jim Carrey ricoperto di scritte, ma in questo caso, grazie a Dio, è stata usata della semplice china.
Stefan Sagmeister è stato ospite dell’happening Bombay Sapphire in programma nel capoluogo sabaudo nel ricco calendario di manifestazioni durante il World Design Capital – Torino 2008, un intero anno di eventi, concorsi e presentazioni di progetti con le migliori novità del design mondiale.
Ovviamente Sagmeister non ha perso occasione per far parlare di sé, proponendo un bizzarro evento presso la piscina monumentale di Torino con tanto di atletici tuffatori e una carrellata dei suoi lavori più importanti. È riuscito persino a far arrabbiare i dirigenti Fiat con la seguente dichiarazione sulla nuova nata di casa Agnelli: «La nuova ‘500? Troppo retrò, preferivo quella originale. Ma in un mondo troppo spesso retrò come quello attuale è ben fatta».
Di Torino ha avuto una bella impressione: «Mi piace il Quadrilatero Romano, mi ha ispirato. Tornerò per visitare i musei di arte contemporanea del Castello di Rivoli e la fondazione Sandretto Re Rebaudengo, so che Maurizio Cattelan ci passa spesso, spero di incontrarlo qui. ‘World Design Capital’ è una bella manifestazione, sono impressionato. Torino come capitale del design è perfetta e la passione che vedo lo dimostra».
Sul bavero della giacca Sagmeister sfoggiava una curiosa spilla con la data 20.01.2009. A chi gli domandava che cosa significasse, con aria finalmente rilassata spiegava: «Sarà il primo giorno senza Bush».
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