Una settimana di donazioni, probabilmente inattese, per salvare il bar gay più famoso del mondo, lo Stonewall INN, dove tutto nacque ed ebbe inizio la notte del 27 giugno del 1969.
A rischio chiusura causa Coronavirus, lo Stonewall INN è stato sommerso d’affetto proprio nella settimana in cui viene celebrata la sua storia, che è poi la nostra storia, fatta di resistenza all’ennesima retata omofoba della polizia di New York, 51 anni or sono travolta da una reazione all’epoca probabilmente inimmaginabile. Fu rivoluzione, e niente è mai più stato come prima.
Una settimana fa il proprietario dello Stonewall INN aveva chiesto aiuto attraverso una raccolta fondi, per pagare i propri dipendenti e riaprire il locale, uscito economicamente malconcio dalla pandemia da Covid-19. L’obiettivo iniziale era quello di 50.000 dollari. Ma il numero di donatori non ha mai smesso di crescere, facendo costantemente lievitare il traguardo finale. 100.000 dollari, poi 150.000, 200.000, 250.000, 300.000. Nella notte, con 8000 donatori singoli, la raccolta fondi ha raggiunto l’incredibile cifra di 305.000 dollari. E non è detto che non possa proseguire, abbattendo altri traguardi.
Una testimonianza d’amore straordinaria, roboante, che ha visto il movimento LGBT di nuovo unito, per salvare quel luogo sacro in cui prese vita, mezzo secolo or sono. Un monumento rainbow universale, simbolo generazionale che mai dovrà essere dimenticato, perché specchio del nostro recente passato. Lo Stonewall INN è ufficialmente salvo. Viva lo Stonewall INN.
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