Quella che incontriamo alla conferenza stampa di presentazione di ‘Tatami’, nella sede Rai di Viale Mazzini, è una Camila zen, così almeno amano definirla gli autori del programma, Stefano Coletta e Serena Bortone . La Raznovich sarà in questo nuovo programma, per sei settimane su Rai3 a partire da domenica 4 maggio alle ore 23.40, l’unica mediatrice di un ‘duello’ tra due parti e due opposti pensieri rispetto ad un argomento di grande attualità. Camila annuncia il naturale passaggio da Mtv, dove è cresciuta artisticamente per ben 13 anni, e spiega perché ha creduto in questo nuovo progetto televisivo il cui titolo, in giapponese, altro non è se non la tradizionale pavimentazione, che accompagna tutta la vita domestica, dal sonno ai pasti, dall’amore alla morte.
Come vivi la vigilia di questo tuo nuovo programma?
Con un po’ di paura legittima, soprattutto viste le aspettative che il direttore di rete e la mia squadra hanno nei miei confronti. Spero di esserne all’altezza, anche perché è un progetto ambizioso e molto coraggioso. Di ‘Tatami’ mi piace davvero l’insieme dei contenuti, della regia, dello studio: insomma il progetto nel suo insieme.
Da quanto sei al lavoro su questo nuovo progetto?
Sono diversi mesi che siamo impegnati con la preparazione di questo progetto. Vivendo a Milano, ed essendo la redazione del programma a Roma, vivo ormai al telefono, e con la squadra di ‘Tatami’ ci sentiamo ad ogni ora del giorno e della notte. Poi quando vengo nella Capitale ci chiudiamo in studio per più di 12 ore di seguito, dalle 9 del mattino alle 9 di sera.
Perché hai accettato di condurre questo nuovo programma?Perché è un programma diverso dai soliti e sicuramente è molto più vicino al mio modo di fare televisione. Raramente un programma così ha spazio nei palinsesti.
‘Tatami’ andrà in onda su Raitre. Il tuo è un passaggio definitivo da MTV in Rai?
Sì. Ho passato 10 anni splendidi a Mtv, che sono 13 se si considera anche l’esperienza ad Mtv Europe. In questi anni mi hanno insegnato tutto quello che potevano, e ad un certo punto senti l’esigenza di crescere, di fare un percorso diverso. Mi si è presentata quest’occasione di ‘Tatami’ su Raitre, ed io ho voluto prenderla al volo.
Quali le differenze sostanziali tra Mtv e Raitre?
Diciamo che Mtv è stata una grande scuola, perché c’erano pochi mezzi, era tutto più ‘artigianale’, per cui bisognava imparare a far ogni cosa e a sapersi arrangiare. Quando sono arrivata in Rai, con il mio studio di Cinecittà tutto per me è stata una emozione fortissima. Mi sono sentita come un bambina a cui comprano le scarpe nuove.
Quanto influisce sul tuo lavoro l’esperienza spirituale di Osho Rajneesh, di cui i tuoi genitori erano seguaci?
Molto, anche perché io sono cresciuta con lui. E’ come chiedere ad un cristiano o ad un cattolico quanto influisca quella sua educazione nel suo modo di comportarsi. Tutto quello che io faccio, al di là dell’aspetto puramente spirituale, rispecchia l’educazione che ho ricevuto in quei dieci anni della mia vita in India. E’ il mio modus vivendi, è come penso, è il fatto di aver vissuto in giro, il fatto che i tutti i miei amici vivano tra il Sud-Africa e l’Australia, e che sono tutte persone che vivono in giro per il mondo, e che non ho l’amichetto con cui posso andare a Forte dei Marmi: tutto questo influisce sul mio modo di essere. E’ ovvio, quindi, che mi porrò con un’ottica diversa e più internazionale rispetto ai problemi della contemporaneità italiana che tratteremo in studio.
Nel primo segmento della prima puntata tratterete il tema della omogenitorialità, ed a misurarsi su questo tema ci saranno Luca Barbareschi, appena eletto nelle fila del Pdl, ed Imma Battaglia, presidente di Di’ Gay Project. Rispetto a questo argomento, Camila ha una sua personale idea? Se si qual è? E soprattutto la farai venir fuori durante la trasmissione?
Io ho una mia idea, ma non la farò venire fuori domenica, almeno questo è l’intento. Dopodiché mi piace anche pensare di essere umana, e quindi ci saranno dei momenti in cui si percepirà il mio punto di vista, ma con grandissimo rispetto dell’opinione dell’altra persona, perché io sono la padrona di casa, ed ho ospitato due persone garantendo loro lo stesso trattamento. Certo, ognuno di noi ha le proprie idee ed opinioni, ma non trovo che sia sempre interessante saperle in onda. Nel senso che il mio mestiere, quando conduco, non è quello di dare le mie personali opinioni.
E nel caso di questa intervista puoi dirla?
Dopo la puntata te lo dico.
E se ti proponessero di fare la madrina per un evento gay accetteresti?
Sarebbe come risponderti alla domanda di prima. Rimandiamo la risposta al 5 maggio- sorride, nda-
Nel terzo segmento sarà poi ospite Horacio, un ragazzo argentino, che ha scoperto di essere figlio di desaparesidos ritrovando la propria identità. Perché la scelta di trattare un tema così delicato?
Ha giocato molto anche una nota personale nelle scelta di raccontare il dramma argentino dei desaparecidos, perché mio padre è russo ma è nato in Argentina, e proprio in questo paese ha incontrato e sposato mia madre. Quello delle persone scomparse nel paese latino-americano è un problema che mi tocca molto da vicino, e stupendomi del fatto che in molti non lo conoscessero a fondo, ho deciso di parlarne.
Per questa trasmissione gli autori ti hanno definita un arbitro zen. Nella vita di tutti i giorni ti senti realmente così?Diciamo che è un’ambizione, dopodiché io ho delle idee molto chiare nella vita, e credo che siano già venute fuori in precedenza. Sono della Bilancia, mi piace questo gioco con i segni zodiacali, ed ho una educazione che arriva dall’oriente e si mischia molto con l’occidente, perché sono milanese, per cui mi piace pensare di avere questo equilibrio molto particolare, rispetto a chi ha visto solo un lato della Luna.
Tu conosci molto bene i giovani. Quale è il genere televisivo che piace molto ai ragazzi di oggi?
Non posso dirti cosa piace. Parto sempre dall’approccio scientifico e quindi dalla negazione e dall’esclusione. Posso dirti cosa non piace ai giovani, e cioè la televisione stantia, che non si rinnova e che è staccata dalla realtà.
Ti vedresti in un’altra veste che non è quella della conduttrice?
Si, perché no! Io voglio fare l’arredatrice di interni, la mamma, la viaggiatrice, la scrittrice, che tra l’altro ho già fatto e rifarò. Mi divertirò ancora nei film, visto che ho già fatto qualche cortometraggio. La vita è enorme e non si limita solo ad un ruolo.
Per chiudere, Camila come definisce se stessa?
Non amo le definizioni. Prima, per i giornalisti, ero quella che parlava di musica, poi sono diventata quella che parlava di sesso, adesso sono la Camila zen. Non mi piace che mi si metta in un cassettino e si dica di me: Camila fa quella roba lì. Sono un po’ tutte di quelle cose che sono state dette, ma sono anche un po’ goffa, sono simpatica ed antipatica. L’essere umano è fatto di molteplici facce ed aspetti. Di certo non ho fatto programmi comici finora, quindi non è venuto molto fuori il mio lato cazzaro. Perché io so essere anche molto simpatica, non solo rigorosa, come molti mi vedono.
di Michele Sabia
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